
Testo e foto di Gian Luca Gasca
Una volta eseguito il recupero e trasportato il corpo a Innsbruck, la prima cosa che si scopre e che la mummia, conservatasi grazie alle particolari condizioni secche e ventilate del momento della morte, che hanno permesso un rapido essiccamento del corpo, e poi protetta per oltre 5000 anni dalla copertura nevosa, non è l’alpinista scomparso. Si pensa allora possa essere un soldato della Grande Guerra, ma anche questa ipotesi viene presto smantellata dalla teoria, poi confermata con la datazione al radiocarbonio, che sia un uomo vissuto tra il 3300 e il 3100 a.C., oltre 5000 anni fa.
Un ritrovamento eccezionale che non ha finito di impressionare, che non ha smesso di scuotere i ricercatori e il pubblico in genere. Infatti in questo quarto di secolo si è scoperto che Ötzi, com’è simpaticamente stato soprannominato da un giornalista, è appartenuto probabilmente ad un’alta classe sociale, come è stato dimostrato dal rinvenimento della sua ascia in rame; si è poi scoperto che la sua morte è stata causata da una freccia che l’ha colpito alla spalla destra, probabilmente vittima di morte violenta; e poi che il suo ultimo pasto è stato a base di carne di Cervo, farro e verdure; e ancora che ha sofferto di artrite e che per curarla ha utilizzato dei tatuaggi. Tatuaggi fatti incidendo la pelle e ricoprendo le ferite con polvere di carbone vegetale per ottenere l’immagine, leggermente diversi da quelli attuali.
Quella dei tatuaggi (raffiguranti punti, linee e croci) è stata una scoperta unica perché da questi si è potuto supporre che avessero o un fine spirituale per la cura del dolore oppure, molto più sorprendentemente, che fossero punti di pressione per un’arcaica agopuntura. È stato infatti notato come le zone in cui sono presenti i tatuaggi coincidano ai punti di pressione dell’agopuntura cinese. Una scoperta che lascia immaginare con facilità quali dovessero essere le capacità dell’uomo già 5000 anni fa.
Oggi Ötzi, o Uomo di Similaun, se non Iceman o chiamatelo come volete, rivive la sua seconda e ben più famosa vita restituendo a noi una testimonianza incredibile di adattamento alle alte quote e di “colonizzazione” delle terre alte avvenuta ben prima di quanto si pensasse. Ma oggi è anche il suo secondo compleanno, fa un quarto di secolo e, se ne avete l’occasione, andate a fargli gli auguri di persona. Potreste rimanere meravigliati da lui, dalla sua storia, dal suo vestiario e dalle sue attrezzature concettualmente così moderne.