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Soccorso Alpino, estate di super lavoro, come in passato!

Stefania, lettrice di Montagna.TV, ha postato un suo commento sul Soccorso Alpino Nazionale e gli incidenti in montagna della scorsa estate, dicendoci che questa stagione non è più tragica di quelle che l’hanno preceduta.  Vero, anche se l’articolo per il quale ha postato il suo apprezzato commento non parla di “estate tragica”, semmai di idiozie estive che evitate alleggerirebbero il grande lavoro del CNSAS.

Leggendo poi i dati puntuali che Stefania snocciola e quelli ancor più completi dei link da lei indicati del CNSAS e dell’Aiut Alpin, pare ovvio che il Soccorso Alpino stia facendo un gran lavoro e si nota una costante nel numero degli incidenti, degli interventi, del numero dei morti e dei feriti, delle giornate uomo impiegate, degli elicotteri.

Nel lungo periodo,10 anni, l’incremento di incidenti ha avuto un andamento ondulatorio e un incremento complessivo del 20% circa, statisticamente accettabile rispetto all’aumento ben superiore della frequentazione montanara, alpinistica, degli sport outdoor, compreso lo sci.

Ma la recente polemica dei presidenti del CNSAS veneto e friulano, nei confronti dell’intervento dell’elicottero dei vigili del Fuoco di Bologna per il recupero di un corpo in Friuli, ci induce a considerare che il soccorso in montagna è gestito da più soggetti (CNSAS, Guardia di Finanza , Forestale, Vigili del Fuoco ecc), che crediamo tutti in coordinamento tra loro anche se sappiamo che ognuno cerca di ascrivere alla propria organizzazione l’intervento e di precedere gli altri in caso di chiamata. Ne và dei contributi pubblici che annualmente vengono dedicati al CNSAS e ai capitoli di spesa dei Corpi dello Stato.

Il CNSAS peraltro nelle sue comunicazioni enfatizza il grande sforzo di coordinamento e collaborazione tra organizzazioni e enti preposti all’intervento in caso di chiamata. Un gran lavoro anche di relazione e comunicazione i cui risultati sono sempre più professionali e efficaci. Di questo va dato atto.

Alle obiezioni sui costi e sul volontariato effettivo, che talvolta vengono avanzate, sarebbe utile invece rendere noto il bilancio consolidato con tutte le sezioni e sedi CNSAS e non solo il contributo dello stato alla sede Centrale.

Grazie di cuore agli uomini del soccorso alpino sempre, generosamente attivi sulle nostre montagne e non solo.

 

Il Commento di Stefania

“la smettiamo con la solfa dell’estate tragica?
da anni in Italia il numero di interventi del soccorso alpino si mantiene pressoché costante nonostante “si sia ampliato il periodo di fruizione” e si siano aggiunte attività sinistrose come la MTB (fonte CNSAS vedi http://www.cnsas.it/2016/04/07/presentazione-dati-nazionali-2015-piu-di-7-mila-interventi/). Si legga anche l’articolo Agosto, periodo di ‘super attività’ per il Soccorso Alpino, dove si dice che la famosa superattività è poi in linea con quella dell’anno scorso. Stesse conclusioni dalle statistiche dell’aiut Alpin Dolomites: http://www.aiut-alpin-dolomites.com/italiano/statistiche.html
E vedrà pure che in proporzione il numero degli incidenti mortali tende a scendere, per i continui miglioramenti nelle strumentazioni e tecniche di intervento che si traducono in celerità (cellulare compreso). Il numero di morti per incidenti in montagna tra l’altro è paragonabile al numero di annegamenti.
E per inciso, dati del 2015:
“L’escursionismo (2877), lo sci in pista (755) e l’alpinismo (439 di cui sci-alpinismo 169 casi , 132 le ferrate, 128 l’arrampicata) sono le attività durante le quali accade il maggior numero di infortuni. I cercatori di funghi che hanno chiesto aiuto o che è stato necessario recuperare sono stati 315.”
E ripeto e sottolineo, nel 2016 più o meno siamo sempre su questi numeri.
Se pensiamo che il numero di morti per suicidio, nella fascia tra i 15 e 40 anni è enormemente superiore, direi che è altro su cui dovremmo riflettere.

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