
Le informazioni sulla tragedia sono ancora incomplete, sembra che Leoni sia scivolato sulla Falesia Bassa, una zona di arrampicata posta sotto l’abitato di Castellano.
Non c’era nessuno nei paraggi e la tragedia è ricostruibile solo in base al ritrovamento del corpo. Si possono dunque solo fare delle ipotesi su cosa è accaduto. Leoni ieri era andato ad arrampicare in falesia, un’attività che lo teneva da sempre occupato e in forma, una parte rilevante della sua vita. Forse un appiglio lo ha tradito o un malore lo ha colto per un attimo facendolo precipitare, Leoni era peraltro un alpinista di grande esperienza ed attento.
L’allarme è stato dato in serata da un amico che aveva appuntamento con lui, che lo ha cercato andando fino alla base della falesia dove sapeva che si sarebbe recato per arrampicare e lì lo ha trovato. A questo punto non c’è stato altro da fare se non chiamare il Soccorso e recuperare il corpo del 73enne alpinista.
Paolo Leoni è sempre stato un alpinista schivo nonostante abbia aperto importanti vie. In 6 giorni nel 1988 apre con Mariano Frizzera e Graziano Maffei, la loro è definibile una “storica cordata”, la super via sulla Punta Penia; nel 1985 aprono la via della cattedrale in Marmolada e per i successivi vent’anni i tre amici hanno condotto in Dolomiti e non solo un alpinismo d’avanguardia.
Negli ultimi anni un altro grande trentino, Sergio Martini, ha contribuito a dare luce all’alpinismo di questi bravi e appassionati alpinisti.