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Cittadinanza onoraria per Dalai Lama

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ROMA — Un abbraccio ideale fra la città eterna e uno dei simboli mondiale della spiritualità. Il sidaco di Roma Gianni Alemanno ha conferito ieri la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, massima autorità spirituale del popolo tibetano. "D’ora in poi lei non sarà più solo un ospite prestigioso ma un cittadino romano", ha detto Alemanno.

La cerimonia si è tenuta nell’aula Giulio Cesare, in Campidoglio, alla presenza di Giorgia Meloni e Andrea Ronchi, rispettivamente ministro della Gioventù e delle Politiche comunitarie. Alemanno, grande appassionato di montagna, incontrando il Dalai Lama ha parlato di "profonda commozione e rispetto" nei confronti di una delle figure più rappresentative del periodo attuale. E, in linea con la sua filosofia politica, ha sposato la causa riassunta dal celebre "Free Tibet".
 
"La cittadinanza onoraria, votata dal consiglio comunale di Roma – ha detto il sindaco – è una dimostrazione di una convergente volontà politica e un pieno riconoscimento all’autorità morale" del leader tibetano in esilio forzato dalla presenza delle forze filocinesi.
Su questo Alemanno non ha avuto dubbi: "Noi, con lei, chiediamo il pieno riconoscimento dell’autonomia nazionale tibetana".
 
Secondo il sindaco di Roma, "l’autonomia del Tibet è un diritto perfettamente compatibile con la Costituzione della Repubblica Popolare Cinese, a cui tutti riconoscono confini e integrità territoriale". Una presa di posizione molto netta, quella di Alemanno, in aperto contrasto con le indicazioni della diplomazia cinese, che spesso hanno lanciato moniti ai paesi occidentali perchè non riconoscano ufficialmente l’autorità del Dalai Lama.
 
Ma il sindaco tira dritto, anzi. "La sua presenza – ha detto Alemanno – rappresenta la nostra rivolta morale di fronte all’ingiustizia, alla violenza, all’oppressione. Una rivolta morale a difesa dell’identità dei popoli e del diritto che ha ognuno di noi di esprimere la sua spiritualità e la sua cultura».
 
Parole che pesano come pietre. Alemanno esprime tutta la solidarietà degli italiani alle battaglia di libertà del popolo tibetano. E auspica una ripresa del dialogo con le autorità cinesi. Dialogo che però può venire solo dal riconoscimento dell’autonomia della nazione tibetana.
 
Il Dalai Lama, dal canto suo, ringrazia. La cittadinanza onoraria di una delle capitali mondiali, in fondo, è un riconoscimento importante per proseguire nella sua lotta pacifica. "Grazie per questo sentito incoraggiamento – ha detto l’autorità spirituale tibetana – Molti stanno vivendo una situazione drammatica nel mio paese in questo momento. Le cose rischiano di esplodere da un momento all’altro, ma la via è sempre quella della non violenza. Spesso io dico ai miei connazionali: per favore dovete stare tranquilli, in pace. E’ il momento di studiare e non di creare caos».
 
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