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Canada, crolla pilone di una cabinovia

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WHISTLER, Canada — Strage sfiorata ieri pomeriggio in un comprensorio sciistico di Whistler, in Canada. Un pilone della cabinovia è crollato mentre l’impianto era in funzione con a bordo più di 50 persone. Alcune cabine si sono schiantate al suolo, mentre altre sono rimaste pericolosamente a penzoloni nel vuoto. Per ore. Minacciando anche una casa sottostante. Miracolosamente non ci sono state vittime o feriti gravi.

Il pilone della cabinovia che si stacca e cade al suolo con un forte rumore, poi l’inevitabile crollo. Il panico in un attimo è generale. Questa la scena spaventosa raccontata da uno degli sciatori coinvolti ieri nell’incidente avvenuto sulle piste da sci di Whistler, nella Columbia Britannica, in Canada.
 
Graem Bell, il testimone che racconta alla tv canadese l’accaduto, si trovava in una delle cabine che si è schiantata al suolo. Spiega che nella caduta il vetro della navicella si è frantumato, e così sono riusciti a uscire fuori dall’abitacolo. E’ andata bene, anche se molti di loro lamentavano forti dolori alla schiena e agli arti.
 
Delle 30 cabine in movimento al momento del crollo del pilone dell’impianto, alcune sono precipitate al suolo, altre sono invece rimaste appese a penzoloni nel vuoto, aspettando di essere portate giù. Due in particolare davano le maggiori preoccupazioni, visto che oscillavano troppo vicine a una casa sottostante.
 
Per 3 ore i Vigili del fuoco e le autorità canadesi hanno lavorato alacremente, senza perdere un istante per paura che il bilancio dell’incidente potesse aggravarsi, e la fortuna potesse abbandonarli. C’erano infatti più di 53 persone nelle cabine. Una dopo l’altra sono state evacuate, mentre una gru portata rapidamente sul posto, sosteneva temporaneamente il pilone collassato.
 
Le autorità hanno fatto sapere che alla fine nell’incidente sono rimaste ferite 5 persone, ma non in modo grave. Un bene per il comprensorio canadese, che di recente ha festeggiato l’assegnazione delle gare di sci delle Olimpiadi invernali del 2010.
 
 
Valentina d’Angella
 
Foto courtesy of Keystone The Canadian Press
                                    

 

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