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Stelvio: 1.700 cervi da abbattere?

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SONDRIO — Si apre la caccia la cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio. L’area di competenza trentina ha già dato l’approvazione all’abbattimento di più di 1500 animali in cinque anni, solo dentro i confini dell’area protetta, oltre a più di 2000 all’esterno. Ora tocca alla Lombardia stabilire se fare altrettanto. E mentre i cacciatori attendono speranzosi, il Wwf lancia la polemica.

La proposta prevede di concedere l’abbattimento di 1700 cervi nell’arco di 5 anni, di cui mille nell’area protetta lombarda del Parco dello Stelvio. I cacciatori pagheranno 168 euro per un esemplare, 79 euro nel caso se ne abbattano 10. Il progetto, verrà presentato oggi alla commisione della Lombardia che si occupa del proprio settore di competenza del Parco.
 
Questa settimana nell’area trentina dello Stelvio è già stato approvato un piano di gestione venatoria sul cervo, che prevede l’abbattimento di più di 1500 animali in cinque anni solo dentro i confini della zona protetta, oltre a più di 2000 all’esterno.
 
Probabile dunque che anche la commissione lombarda seguirà la stessa direzione nel tentativo di risolvere la questione dell’esubero di ungulati nel Parco. E se i cacciatori incrociano le dita per l’approvazione del progetto, di opinione opposta si dice il Wwf.
 
Secondo Enzo Venini, Presidente del Wwf Italia, infatti, il piano andrebbe contro la legge nazionale per gli abbattimenti dei cervi e quindi non dovrebbe essere approvato. Tante le obiezioni sollevate: la prima è relativa al numero di capi da cacciare, troppi secondo l’organizzazione, per essere affidati a cacciatori paganti anziché a personale afferente ad enti pubblici, ed altri di natura anche tecnica. Se i privati non dovessero riuscire a coprire l’intero numero infatti, la caccia potrebbe non chiudersi nei 5 anni previsti e continuare a tempo indeterminato.
 
In secondo luogo poi, i cervi sono preda privilegiata dei lupi e bisognerebbe lasciare agli equilibri naturali il compito di regolare il numero di ungulati all’interno del Parco dello Stelvio. Soprattutto visto che ultimamente questo predatore sta ricolonizzando anche le Alpi centrali.
 
 
Valentina d’Angella

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