News

Troppe particelle inquinanti sull’Everest

immagine

BERGAMO — Un preoccupante accumulo di particelle inquinanti sulle pendici dell’Everest, favorito dall’incontro tra l’aria pulita che scende dal plateau Tibetano e le masse d’aria inquinate che risalgono la valle Himalayana. E’ questo uno dei più interessanti risultati della ricerca climatica condotta dal Comitato EvK2Cnr con le stazioni di monitoraggio del progetto Share e del progetto Abc di Unep, che in questi giorni ha trovato spazio sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale “Proceedings of the National Academy of Sciences”.

Nella lotta al cambiamento climatico ed ai gas serra,  infatti, l’anidride carbonica è considerata il principale nemico. Tuttavia, la complessità del sistema climatico suggerisce che anche le particelle atmosferiche (aerosol) giochino un ruolo estremamente importante nella determinazione del clima del nostro Pianeta.
I nuovi dati riguardo la presenza di areosol in alta quota e dei loro effetti sul clima a livello globale sono stati pubblicati sulla rivista nel paper “High Frequency New Particle Formation in the Himalayas”, realizzato da ricercatori internazionali del Progetto Share (Stations at High Altitudine for Research on the Environment).
E’ ormai risaputo (rapporto IPCC 2007) che l’aerosol atmosferico ha, globalmente, un effetto di raffreddamento sul clima. Tuttavia, questa informazione nasconde una realtà estremamente complessa. Alcune particelle, in particolare quelle derivanti da processi di combustione, assorbono la radiazione solare e localmente producono un riscaldamento dell’atmosfera paragonabile a quello provocato dai gas serra. Nel sud dell’Asia, ed in particolare le grandi metropoli indiane, pakistane e nepalesi rappresentano importanti sorgenti di tali particelle che, una volta immesse in atmosfera, contribuiscono a formare la famosa “nube marrone” dell’Asia (Asian Brown Cloud). Queste particelle inquinanti possono poi essere trasportate per migliaia di chilometri fino a raggiungere zone remote e incontaminate.
Nell’ambito del progetto Abc dell’Unep e del programma Share del Comitato EvK2Cnr, alcuni ricercatori del  Laboratoire de Météorologie Physique à Clermont-Ferrand, associati a ricercatori Italiani dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Cnr di Bologna e del Comitato EvK2Cnr, hanno dimostrato che tali particelle inquinanti giungono sino alle pendici del Monte Everest, ad oltre 5000 metri di quota.
Attraverso le misure condotte presso la stazione Nepal Climate Observatory at Pyramid (NCO-P), collocata presso l’Osservatorio Laboratorio Internazionale Piramide i ricercatori hanno inoltre evidenziato che la zona di interfaccia tra l’aria pulita (tipica degli strati atmosferici più alti) che scende dal plateau Tibetano o dalla libera troposfera durante la notte e le masse d’aria inquinate che risalgono la valle Himalayana, nelle ore diurne induce un’efficiente produzione di nanoparticelle.
In particolare, è stato valutato che gli episodi di formazione di nuove nanoparticelle aumentano di un fattore 10 la concentrazione di particelle fini già presenti in atmosfera e misurate presso il sito di misura. Per la prima volta è stata messa in evidenza una produzione così regolare di particelle in alta quota. Le conseguenze di questi risultati sono ancora di difficile valutazione, ma è chiaro che le nanoparticelle così formatesi saranno trasportate in alta troposfera ove potranno accumularsi e dove il loro tempo di vita sarà più duraturo ed il loro impatto sul clima maggiore.
D’altro canto, la presenza a queste quote di particelle originate da processi di combustione, potrebbe aumentare il processo di fusione dei ghiacciai Himalayani. Infatti, le particelle derivanti da combustione, di colore scuro, depositate sulle nevi bianche ne favoriscono in modo sostanziale la fusione modificandone l’albedo. Le proiezioni sulle emissioni future in questa regione del mondo lasciano quindi aleggiare non poche preoccupazioni sull’evoluzione dell’ambiente in una zona estremamente vulnerabile.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close