Alpinismo

Dhaulagiri, alpinista salvato in extremis

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KATHMANDU, Nepal — Tragica avventura sul Dhaulagiri per Christian Vitry e Dario Bracali, due alpinisti argentini impegnati sulla via normale. Bracali risulta disperso da giorni nei pressi della vetta, mentre Vitry è stato salvato in extremis, l’altro ieri, da un tempestivo intervento delle spedizioni italiana e lituana impegnate sulla montagna. Vitry era sotto shock, disidratato e stremato da 4 giorni di permanenza nella zona della morte.

Christian Vitry è arrivato sulla vetta della montagna l’1 maggio, con due alpinisti spagnoli. Bracali invece non stava bene e ha deciso di fare dietrofront a 7.800 metri. Secondo quanto riferito dalle altre spedizioni, quella notte i due alpinisti avrebbero pernottato insieme a campo 3. La mattina successiva, però, si sarebbero di nuovo separati perchè Bracali ha voluto ritentare la cima nonostante il maltempo.
 
Vitry è rimasto nella tenda di campo 3, in attesa che il compagno che rientrasse dal tentativo di vetta, ma Bracali – a quanto sembra – non vi ha più fatto rientro. Secondo quanto riferito dai componenti della spedizione italiana di Giuseppe Pompili, che si trova al campo base della montagna, Vitry è rimasto ad aspettarlo lassù per 96 lunghe ore.
 
Sembra che il giorno dopo la partenza di Bracali per la vetta, Vitry sia uscito e risalito per un tratto in cerca del compagno, ma senza successo. Poi sarebbe rientrato in tenda ma in condizioni già precarie: stremato, disidratato e con dei congelamenti alle estremità.
 
Purtroppo, il suo satellitare era scarico e l’alpinista non poteva chiamare nessuno,
nè chiedere aiuto. Nel frattempo, tutti gli altri alpinisti erano rientrati al base. Sulla montagna c’erano solo i lituani, ma un campo più sotto. Per fortuna, gli alpinisti della spedizione italiana hanno chiamato le tende lituane chiedendo notizie degli argentini, che nessuno aveva visto rientrare al base. Nel frattempo, Pompili ha inviato lassù due sherpa per un eventuale recupero dell’alpinista argentino.
 
Anche i lituani, allertati, si sono mossi verso l’alto. Nei pressi di campo 2 hanno visto un alpinista scendere barcollante nella direzione sbagliata, verso un pericoloso pendio. Si trattava proprio di Vitry. Per fortuna sono riusciti ad intercettarlo in tempo e a riportarlo a campo 2: l’alpinista si trovava in completo stato di shock, aveva perso l’orientamento ed era molto provato dalla permanenza in quota.
 
I due sherpa della spedizione italiana hanno poi portato Vitry a campo 1 e ieri tutti erano al campo base. Secondo quanto riferito dagli italiani, Vitry è stato visitato da un medico polacco che ha riscontrato dei congelamenti di secondo grado ai piedi ed è stato evacuato con l’elicottero.
 
Purtroppo, non ci sono notizie di Bracali, che risulta ancora disperso sulla montagna. La moglie, a quanto pare, è già in volo verso il Nepal dove cercherà di arrangiare un elicottero per cercarlo sui pendii del Dhaulagiri.
 
Intanto, al campo base, riprende la corsa alla vetta della montagna. Giuseppe Pompili, insieme al compagno di cordata Adriano dal Cin, sono partiti per tentare la cima senza sherpa, insieme ad una spedizione polacca di Artur Hajzer and Robert Szymczak e kazaka.

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