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Trento Film Festival, 1 euro per ogni ingresso devoluto al Nepal

[:it]TRENTO — “Abbiamo deciso di destinare un euro di ogni entrata alle nostre manifestazioni a un fondo specifico, che riguarderà le iniziative necessarie per la ricostruzione del Nepal distrutto”. Lo ha annunciato ieri Roberto de Martin, presidente del Trento Film Festival, alla conferenza stampa di presentazione della 63esima edizione del festival internazionale, che comincia a Trento domani.

Mancano ormai 2 giorni all’inizio della 63esima edizione del più importante festival internazionale del cinema di montagna. La dirigenza del festival non ha voluto ignorare gli eventi che stanno interessando una delle zone montuose più frequentate, bisognose e più simboliche dell’alpinismo mondiale, e ha deciso invece di fare la sua parte nel dare una mano a un Paese ormai in ginocchio. La raccolta benefica per l’emergenza umanitaria in Nepal è stata annunciata ieri alla conferenza stampa inaugurale: 1 euro di ogni ingresso sarà destinato a un fondo per il Nepal.

“Sarà una delle iniziative del Trento Film Festival dedicate al Nepal – ha detto il presidente Roberto de Martin – di cui si parlerà anche durante il festival”.

Il 10 maggio alle ore 14 è in programma a Castel Firmiamo l’ormai tradizionale conferenza “Quo Climbis?”, organizzata con Reinhold Messner. Il tema di quest’anno era proprio “The right to go. The duty to help” (Il diritto di andare. Il dovere di aiutare): in quell’occasione si parlerà naturalmente del Nepal e verranno date anche indicazioni sulle donazioni.

La giornata d’apertura del Festival sarà invece il 30 aprile e avrà come ospite d’onore il giornalista e scrittore Beppe Severgnini che aprirà la manifestazione il 30 aprile con la tappa conclusiva del suo spettacolo “La vita è un viaggio”. Il programma cinematografico prenderà il via il 1 maggio con la proiezione del film muto Maciste alpino di Luigi Maggi e Luigi Romano Borgnetto accompagnato dal vivo dal jazzista Raffaele Casarano. 115 film tra lunghi e corti, programmati e replicati durante 8 giorni, in un programma che si dipana su quatto sale, per un totale di oltre 110 proiezioni. 26 documentari concorreranno ai premi “Genziana d’oro e d’argento”.

Tanti come sempre i grandi ospiti protagonisti delle serate alpinistiche e degli incontri letterari. Oltre a Reinhold Messner e Hervé Barmasse, che saliranno sul palco del Trento Film Festival per la grande serata dell’8 maggio, ci saranno anche Armando Aste, Elio Orlandi, Simon Yates, Mauro Corona, Nives Meroi e Cesare Maestri. E poi gli scrittori: dall’esploratore e geografo Franco Michieli, al giornalista e viaggiatore Paolo Paci, Arno Camenisch, Francesca Melandri, Giacomo Sartori, Antonio Bortoluzzi, Brando Quilici, Enrico Brizzi ed Erri de Luca.

I documentari concorreranno ai premi “Genziana d’oro e d’argento”, assegnati da una giuria internazionale composta da Alessandro Rossetto (regista); Kavita Bahl (regista); Hervé Barmasse (alpinista e regista di film di montagna); Nancy Rosenthal (direttrice del New York Wild Film Festival) e Colin Thubron (scrittore).

Tra le proiezioni: l’anteprima italiana di Forza Maggiore di Ruben Östlund, presentato in collaborazione con Teodora Film alla vigilia della distribuzione italiana; lo spettacolare Valley Uprising di Nick Rosen. In concorso i documentari italiani Alberi che camminano di Matteo Colombo, Ninì di Gigi Giustiniani e, per i corti, Eyelid di Francesco Mattuzzi e Renato Rinaldi.

In chiusura della manifestazione Vertigine bianca di Giorgio Ferroni, documentario ufficiale dei Giochi olimpici invernali di Cortina d’Ampezzo del 1956, il cui recupero fa parte del prestigioso progetto del Cio (Comitato internazionale olimpico) di restauro di tutti i film olimpici ufficiali.

 

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