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Scioglimento ghiacciai: reperti in pericolo

TRENTO, Trentino Alto-Adige — Non solo problemi ambientali, lo scioglimento dei ghiacci ha serie ripercussioni anche sulla cultura. Numerosi i reperti archeologici ritrovati in questi giorni, tutti in serio pericolo. I resti storici infatti, non essendo più protetti dal permafrost possono deperire rapidamente. Sui ghiacciai delle Alpi è allarme rosso.

La storia dei nostri monti è in serio pericolo. Molti oggetti preziosi sono emersi dai ghiacciai, reperti che solo il ghiaccio d’alta quota può conservato. Per questo, la Soprintendenza archeologica di Trento e del Parco nazionale dello Stelvio, ha proposto di creare una task force capace di intervenire con celerità e competenza a ogni segnalazione di alpinista o gestore di rifugio.
 
Un convegno partirà giovedì prossimo a Pejo, in cui sono stati chiamati ad intervenire tutti coloro che possono contribuire ad affrontare al meglio l’emergenza: archeologi e storici, antropologi e restauratori, alpinisti e forze dell’ordine.
 
"Dobbiamo essere preparati a intervenire come nelle calamità pubbliche – spiega l’archeologo trentino Franco Nicolis -. E col metodo giusto, analizzando e documentando da subito il ritrovamento nel suo contesto. Un oggetto avulso dal proprio contesto perde il 90 per cento della sua importanza storica".
 
Alpinisti e raccoglitori di cimeli della Grande Guerra sono avvertiti. Ogni gavetta, bossolo o baionetta che raccolgono rischia di annullare la possibilità di ricostruire le circostanze di una battaglia o la logistica di una postazione.  Bisogna avere rispetto, oltre che cura e competenza nel recupero. Da tempo infatti, gruppi di antropologi forensi lavorano per dare un nome e le dovute onoranze a ogni vittima di guerra recuperata.
 
Ma la storia delle Alpi non si ferma solo alla Guerra Mondiale. Nelle Alpi Bernesi sono stati trovati anche faretre, punte di freccia, abiti e scarpe, tutti apparteneti all’epoca preistorica. E in quello stesso frequentatissimo passo sono venuti alla luce negli ultimi anni oggetti anche abiti romani e medievali. Mentre il ghiacciaio di Vedrette di Ries a Bolzano, ha restituito abiti dell’età del ferro. E il colle Vioz a Trento, una punta di lancia medievale.
 
"Sono tutte scoperte molto utili anche per geologi e climatologi, perché rivelano quali furono le epoche più calde del pianeta in cui l’uomo poté frequentare luoghi altrimenti proibitivi – spiega l’archeologo Espen Finnstad -. E servono dunque a ricostruire l’evoluzione passata dei ghiacciai che a sua volta aiuta a prevedere gli sviluppi futuri".
 
Elisabetta Moretti

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