Arrampicata

Morì alla Barre des Ecrins, una via di arrampicata in ricordo di Luca Gaggianese

Lavori in corso su "La via del Gaggia" (Photo scuola Silvio Saglio Cai Sem Milano)
Lavori in corso su “La via del Gaggia” (Photo scuola Silvio Saglio Cai Sem Milano)

MILANO — Tra il 25 e il 26 novembre di due anni fa tre alpinisti italiani – Francesco Cantù, Damiano Barabino e Luca Gaggianese, – morirono alla Barre des Écrins, nelle Alpi francesi, colti dal maltempo dopo aver salito la difficile Goulotte Gabarrou-Marsigny. I tentativi di ritrovarli durarono per giorni, la vicenda fu molto seguita. Due di loro erano istruttori del Cai: così Gaggianese, che faceva parte della scuola Silvio Saglio Cai Sem di Milano. Proprio gli istruttori della scuola hanno aperto nelle scorse settimane una via di arrampicata sportiva sopra Campo Moro, in Valmalenco: in ricordo dell’amico scomparso l’hanno chiamata “La via del Gaggia”.

Sono passati quasi due anni dalla tragedia delle Barre des Écrins. Il corpo di Luca Gaggianese fu rinvenuto la primavera successiva, alla fine di aprile del 2013: la sua salma e quella di Damiano Barabino furono trovate da una cordata francese nella Goulotte Boivin sulla nord ovest del Dome des Ecrins, da dove i due stavano probabilmente tentando di scendere. A seguito di quella vicenda gli istruttori della Scuola di alpinismo e scialpinismo “Silvio Saglio” – Cai Sem Milano, di cui Gaggianese era istruttore nazionale, hanno pensato di aprire una via e di dedicarla all’amico.

“La Via del Gaggia”, come è stata battezzata, è stata aperta quindi tra luglio e settembre di quest’anno. Alla chiodatura hanno partecipato diversi istruttori della Scuola, che per questo ha voluto definire il lavoro una “apertura collettiva”. La linea sale sui “Pilastri del lago” a una decina di minuti a piedi dalla diga di Campo Moro, in Valmalenco. Sale sulla sinistra della parete, circa 15, 20 metri a sinistra della via “Caprice”.

“I familiari di Luca – si legge nel comunicato della scuola -, che hanno sempre seguito gli sviluppi del progetto – hanno presenziato alla sua inaugurazione: domenica 19 ottobre abbiamo posto una piccola targa all’attacco della via e l’abbiamo dichiarata ufficialmente ‘aperta’”.

Relazione via del gaggia

 

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Un commento

  1. certo che dedicare una via di arrampicata a qualcuno che è morto in montagna può anche essere comprensibile, ma chiamarla con lo stesso nome/diminutivo, non mi pare la scelta migliore..
    Se fossi il Gaggia non ne sarei molto felice..

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