
Il Synthesis Report dell’Ipcc riassume il contributo di oltre 800 scienziati di 80 Paesi diversi e rappresenta la più completa valutazione del cambiamento climatico dal 2007 ad oggi. Secondo quanto contenuto nel volume, i livelli dei gas serra sono i più alti da 800mila anni. E il periodo tra il 1983 e il 2012 è stato il trentennio più caldo degli ultimi 1400 anni.
Con questi dati alla mano gli esperti dell’Ipcc hanno dichiarato, rivolgendosi ai governi, che “non siamo ruusciti ad invertire la rotta, e si prospettano conseguenze disastrose per il pianeta. La finestra di tempo che rimane per risolvere gli impatti del riscaldamento globale e restare entro il limite dei 2 gradi di riscaldamento globale è ormai ridotta. Questo ormai non è più un problema del futuro, gli effetti del climate change sono già evidenti in molti settori: i dati dimostrano che l’atmosfera e gli oceani sono più caldi, neve e ghiaccio sono diminuiti e il livello dei mari cresciuto”.
“Dare priorità al cambiamento climatico non è più solo una scelta, ma una necessità come mai lo è stata prima – ha detto RK Pachauri presidente dell’Ipcc -. Abbiamo i mezzi per far fronte alla situazione. Le soluzioni sono tante non compromettono lo sviluppo globale: l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è la volontà di cambiare. Oltre un certo punto la società non potrà più lottare contro il cambiamento climatico, sono urgenti misure di adattamento e mitigazione. I politici devono trovare un accordo sul clima entro il Cop21 di Parigi 2015”.
Secondo l’Ipcc l’unica possibilità è quella di tagliare le emissioni globali dal 40% al 70% entro il 2050, fino ad azzerarle entro il 2100. Un obiettivo a dir poco ambizioso, visto che in particolare i paesi in via di sviluppo sono molto indietro su questo fronte: “devono capire che attenzione all’ambiente e sviluppo devono viaggiare paralleli” sostengono gli scienziati.
L’inversione di rotta avrà sicuramente costi elevati, ma secondo gli scienziati sarebbero assolutamente sostenibili e di gran lunga inferiori rispetto al costo che avrebbe non agire per fermare questa tendenza.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Kimoon, presente a Copenhagen, ha commentato “la scienza ha parlato. Non c’è ambiguità nel suo messaggio. I governi devono agire, il tempo non è dalla nostra parte”.
Info: http://www.ipcc.ch/