Danni dell’orso sull’altopiano di Asiago, intervengono Coldiretti e Regione
ASIAGO, Vicenza — Gli allevatori dell’Altopiano di Asiago sono in allarme: nelle ultime due settimane un orso si aggira nella zona e ha già compiuto alcune scorribande, uccidendo 5 mucche e ferendone e spaventandone altre. Sulla vicenda è intervenuta la Coldiretti per chiedere un intervento più incisivo della Regione, la quale ha risposto chiarendo la situazione e proponendo le soluzioni.
Tutto ha inizio nel territorio di Enego: tra il 13 e il 14 giugno è ritrovata la carcassa di una mucca, uccisa da un orso, e pochi giorni dopo un’altra mucca morta a causa di un plantigrado è ritrovata nella Piana di Marcesina. L’animale si sposta nell’Altopiano di Asiago e sbrana un’altra manza più a nord, verso il crinale della Valsugana, poi nel weekend ne uccide due in un alpeggio di Camporovere, nella cittadina di Roana. Questi danni per gli allevatori hanno fatto indire alla Coldiretti di Vicenza una riunione straordinaria tenutasi nei giorni scorsi. “È arrivato il momento di affrontare in modo maturo e consapevole il problema degli orsi sull’Altopiano di Asiago. La situazione che viviamo nel vicentino non è paragonabile a quella del Trentino Alto Adige, dove gli animali sono attentamente monitorati” ha dichiarato il presidente provinciale Martino Cerantola.
“Da tempo segnaliamo il problema alla Regione Veneto – ha proseguito Cerantola – ma l’atteggiamento di attesa ed indagine ha prevalso ancora una volta sul fare. Tutelare gli animali è un nostro dovere, ma non si può farlo non pensando alla sopravvivenza delle attività produttive, che danno cibo, lavoro e garantiscono l’economia turistica montana, di cui tanto si parla.” “Il nostro timore, però, – ha concluso il presidente della Coldiretti di Vicenza – è rivolto anche agli animali scappati o che potrebbero scappare dalle stalle, impauriti dagli attacchi dell’orso. Questi animali, infatti, non di rado finiscono nelle strade, dove possono provocare pericolosi incidenti agli automobilisti, dei quali gli allevatori non possono certo avere colpa. La Regione Veneto dovrà attivarsi in tal senso, riflettendo sulla risarcibilità dei danni diretti ed indiretti, almeno finché non verranno adottate efficienti ed adeguate politiche di tutela della comunità e delle attività produttive.”
Dalla Regione Veneto è arrivata la replica dell’assessore alla caccia, Daniele Stival: ““Il problema dell’orso, lo sappiamo tutti, non nasce oggi. Coscienti di questo, abbiamo già da anni stretto rapporti di collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, il Corpo Forestale dello Stato e il Corpo di Polizia Provinciale. Abbiamo già formato squadre di emergenza e stiamo collaudando sul territorio un sistema efficace di segnalazione. Non siamo quindi impreparati per gestire la situazione.”
“Per l’orso, e lo abbiamo fatto recentemente anche per il lupo – ha proseguito Stival – dobbiamo chiarire con forza che la Regione del Veneto non finanzia nessun intervento di ripopolamento, ci mancherebbe altro. Gli allevatori sono comprensibilmente preoccupati ma devono sapere che l’intenzione della Giunta regionale non è certo quella di favorire l’orso e le sue scorribande. L’obiettivo è invece quello di rendergli la vita più difficile, proteggendo le prede e dissuadendolo dall’assumere atteggiamenti via via più impattanti”.
L’assessore ha poi concluso parlando delle soluzioni: “Non possiamo abbatterlo perché è specie altamente protetta dall’Unione Europea. Sarebbe reato perseguito penalmente e automaticamente si aprirebbe una procedura di infrazione a livello comunitario. La sfida non può che essere quella di imparare a gestirlo. Limitando i danni, apprestando difese efficaci e, in caso di danno, risarcire gli allevatori che si ritrovano con capi di bestiame predati e mandrie spaventate”
Photo courtesy of Umberto Vesco on Flickr
Se le istituzione non interverranno, ci penserà qualcuno. Nel modo peggiore per l’orso, ma migliore per l’agricoltura.
Hanno sbagliato a reintrodurre l’orso, non dà alcun vantaggio nè per la biodiversità nè per il turismo. C’è solo uno sparuto gruppo di animalisti e scienziati che sono pagati per la sua “tutela”.
difficilmente nell’altopiano può esserci convivenza con l’orso. Ha a disposizione un numero elevato di prede indifese come le mucche che ovviamente preferisce cacciare al posto di animali selvatici più difficili da cacciare (nessun effetto regolatore sulla fauna selvatica). Inoltre non si pensa proprio all’incolumità di tanti appassionati di montagna che nell’altopiano possono andare in cerca di funghi o passeggiare nei boschi o fare sci di fondo. Immaginate il danno economico per una zona già svantaggiata…