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Autunno magro per i fungaioli

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TORINO — I funghi sembrano scomparsi in molti boschi delle Alpi. E le castagne cadono piccole e acerbe. La siccità e il caldo di quest’estate hanno inaridito i boschi, e la situazione potrebbe migliorare solo con un’abbondante pioggia e se le temperature rimarranno stabili.

Non ci sono più funghi nel basso Piemonte: sono scomparsi ovuli, porcini, gambe secche e chiodini. Per ora il mercato offre solo quelli provenienti dal cuneese, dalla Maremma e dall’est europeo. E i prezzi iniziano a salire vertiginosamente. Situazione simile nelle altre regioni.
 
La causa principale è la siccità, ma a questa si sono aggiunte altre difficoltà: l’inverno scorso non è caduta abbastanza neve per poter formare un compatto strato isolante che proteggesse il sottobosco dal gelo e che avrebbe mantenuto il livello di umidità necessario per i funghi; l’abbassamento improvviso delle temperature, soprattutto delle minime, ha dato il colpo di grazia.
 
Il vento di tramontana dei giorni scorsi ha poi seccato il terreno e le ultime piogge non sono state sufficienti per tamponare la situazione. Inoltre, i cercatori di funghi devono affrontare la concorrenza di cinghiali e caprioli.
 
La mancanza di acqua ha colpito anche i castagni: i ricci, rinsecchiti, cadono a terra senza che le castagne siano ancora mature.
 
Si preannuncia, quindi, un autunno duro in tutto il nord Italia per fungaioli e amanti delle caldarroste.
 
 
 
 
 
Candida Cereda

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