AlpinismoAlta quota

Maurizio Folini in Himalaya: elisoccorsi all’Annapurna e al Makalu, poi giù a Monjo seguendo le capre

Elisoccorso in Himalaya (Photo Maurizio Folini)
Elisoccorso in Himalaya (Photo Maurizio Folini)

KAHTMANDU, Nepal — Un soccorso in long line a 6400 metri dell’Annapurna, poi un recupero della salma di un alpinista francese a 6000 metri del Makalu, e infine un trekking notturno “d’emergenza” seguendo un sentiero delle capre, per scendere di quota a piedi e permettere al suo compagno di trovare sollievo dal mal di montagna. E’ iniziata così la stagione di Maurizio Folini in Nepal, dove è impegnato fino alla fine del mese a svolgere attività di elisoccorso e ad insegnare le tecniche ai piloti meno esperti nelle operazioni in montagna.

Maurizio Folini, guida alpina valtellinese e pilota di elicottero ad oggi forse l’unico al mondo ad aver effettuato un soccorso in long line a 7800 metri, si trova da pochi giorni in Nepal, per svolgere soccorsi in alta quota con la compagnia Fishtailair. La prima operazione di recupero è avvenuta alla fine della settimana scorsa, all’Annapurna dove due alpinisti di nazionalità rumena si sono trovati in difficoltà a 6400 metri.

“C’era stata una scarica di ghiaccio e sassi – ci ha raccontato Folini -, uno dei due era in buone condizioni, ma l’altro si era ferito a una gamba e poi ha avuto congelamenti al piede, non riusciva a scendere. Sono stati un giorno e mezzo ad aspettare perchè il tempo era brutto, poi ho potuto recuperarli. Avevano fatto un campo in mezzo a un crepaccio: non potendo atterrare io e Armin Senoner abbiamo fatto un recupero in long line, con la corda appesa sotto l’elicottero, cioè. E’ stato abbastanza complesso perchè il campo 3 è a 6400 metri. Poi essendo molto lontano dalla nostra base abbiamo dovuto calcolare anche il carburante necessario per tornare indietro”.

Folini al centro con i due alpinisti rumeni recuperati all'Annapurna(Photo Maurizio Folini)
Folini al centro con i due alpinisti rumeni recuperati all’Annapurna(Photo Maurizio Folini)

Il giorno dopo un nuovo soccorso. Dalla parte opposta questa volta, al Makalu, a 6000 metri del campo 1. Si è trattato del recupero del corpo senza vita di un alpinista francese, a quanto pare morto di edema cerebrale. Folini ha effettuato l’operazione insieme a un pilota svedese, Niklas Ask, a cui sta insegnando le tecniche di elisoccorso in montagna. Proprio il suo compagno, con una grande esperienza di volo ma non in alta quota, si è sentito male: le sue condizioni e la nebbia che impedivano loro di volare hanno costretto i due a trovare una soluzione alternativa ai piani.

“Ieri sera dopo aver recuperato la salma – ha spiegato infatti Folini -, sono decollato dal campo base del Makalu, ma non sono riuscito a rientrare a Lukla perchè il tempo era brutto e continua ad essere brutto anche oggi. Allora sono atterrato sopra il campo base del Thamserku (una montagna di oltre 6000 metri), a 4400 metri. Ho aspettato fino al primo pomeriggio, poi visto che il tempo non migliorava e che il mio compagno stava proprio male ho deciso di scendere a piedi e fargli fare più di 5 ore di cammino di notte. Abbiamo preso dal corpo del francese scarponi e materiali, il sacco a pelo: questo ha spaventato un po’ lo svedese, però io ho pensato che in una valle così era necessario avere con noi un sacco a pelo e una tenda, in caso uno di noi fosse caduto o si fosse fatto male. Per fortuna non l’abbiamo utilizzato. Ma è stata una bella avventura anche per me”.

I due piloti sono scesi a piedi verso Monjo, il villaggio situato a 2800 metri dove si trovano tuttora.

“Siamo scesi al buio lungo un sentiero delle capre che, non so come, sono riuscito a trovare – conclude Folini -. Ho avuto fortuna, fiutavo addirittura l’odore delle capre per capire se ero sulla strada giusta. Ieri sera devo dire che ho proprio pensato: meno male che ho un po’ di fiuto da guida alpina! Comunque ora stiamo bene tutti e due ed è stata la decisione giusta andare via, perchè rimanere a quella quota avrebbe voluto dire peggiorare le condizioni di Niklas. L’elicottero è ancora su nella nebbia, appena possiamo lo recuperiamo. Mi aspettavo un inizio di stagione un po’ più soft, ma va beh…è andata così”. Foto Maurizio Folini   [nggallery id=867]

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