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I salmoni torneranno nel Reno e risaliranno fino alle Alpi

Salmoni (Photo Michel Roggo courtesy www.wwf.ch)
Salmoni (Photo Michel Roggo courtesy www.wwf.ch)

BASILEA, Svizzera — Fino a circa un secolo fa il Reno ospitava un milione di salmoni, che lo risalivano fino in Svizzera. Era il fiume europeo più ricco di salmoni, ed oggi non ne ospita più nemmeno uno. Colpa delle centrali idroelettriche che impediscono il passaggio dei pesci diretti verso la sorgente. Ma la situazione è destinata a cambiare: pare che entro il 2020 torneremo ad avere “salmoni alpini”.

La specie è considerata estinta in Svizzera dagli anni ’50. Il progetto di reintrodurla – proposto dal Wwf e da altre associazioni ambientaliste – arriva dalla “Conferenza ministeriale per la protezione del Reno”, dove Germania, Francia, Liechtenstein, Austria, Svizzera e l’Unione europea si sono impegnate affinchè entro il 2020 i salmoni possanno spostarsi senza ostacoli dal delta del Reno, nei Paesi Bassi, fino a Basilea.

Come sarà possibile “dribblare” le centrali, che finora sono state un ostacolo insormontabile? Con un “taxi per i pesci”. Come spiega la Cipra, l’accordo prevede infatti l’introduzione di dispositivi non convenzionali per aiutare i salmoni ad attraversare i tratti critici senza finire nelle turbine. Sotto accusa ci sono in particolare otto centrali francesi situate in Alsazia, nel tratto fra Strasburgo e Basilea.

Il programma, battezzato “Reno 2020”, prevede inoltre che non possano essere costruite nuove opere che ostacolino la migrazione dei salmoni.

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