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Conto alla rovescia per il Trento Film Festival, i film in concorso

TRENTO — Dai documentari d’autore ai restauri d’archivio, dai grandi protagonisti dell’alpinismo, dell’arrampicata ai viaggi d’avventura, con un inedito Willem Dafoe. Sono 121 le opere in gara alla 61esima edizione del Trento Film Festival, che si svolgerà dal 27 aprile al 5 maggio. Attesissime le anteprime italiane di “Messner”, “Pura Vida”, che racconta il tentativo di salvataggio di Inaki Ochoa, e “The Summit”, che ricorda invece la tragedia del 2008 al K2. Poi occhi puntati sui 4 film italiani in concorso: “Uomo donna pietra”, “Questa miniera”, “Materia oscura” e “Libros y nubes”. In giuria anche Maurizio “Manolo” Zanolla.

Nell’ambito del grande cinema d’alpinismo si inseriscono le anteprime italiane di 3 lungometraggi molto attesi: “Messner – Der Film” di Andreas Nickel, uscito l’autunno scorso nelle sale tedesche, è il primo documentario biografico sulla vita, le imprese ma anche le sconfitte di Reinhold Messner; “Pura Vida” di Pablo Iraburu, diventato un caso nei cinema spagnolo dopo la prima al festival di San Sebastian, racconta il tentativo di salvataggio dell’alpinista basco Inaki Ochoa sull’Annapurna, protagonisti alcuni dei più forti specialisti delle alte quote, come Denis Urubko, Ueli Steck e Don Bowie; “The Summit” di Nick Ryan, fresco premio per il Miglior Montaggio all’ultimo Sundance, prossimamente distribuito anche in Italia da Feltrinelli-Real Cinema, è un’appassionante indagine sulla terribile e tuttora mai chiarita tragedia che nell’estate 2008 sul K2 costò la vita a 11 persone, nel maggior incidente alpinistico degli ultimi anni.

Tra gli altri lungometraggi in concorso ci saranno il danese “Expedition to the End of the World” di Daniel Dencik, spettacolare film di esplorazione ‘filosofica’ tra i ghiacci della Groenlandia, dove è ambientato anche il quasi omonimo “Village at the End of the World” dell’inglese Sarah Gavron, commovente cronaca di quattro stagioni vissute in uno degli insediamenti umani più a Nord del pianeta. Ci sarà poi il messicnao “No hay lugar lejano” della giovane regista Michelle Ibaven, “Mein erster berg” dello svizzero Erich Langjahr, “The Observers” dell’americana Jacqueline Goss e dal Belgio, ma filmato interamente nell’Alto Atlante marocchino, “Le thé ou l’électricité” di Jérôme Le Maire.

I film italiani in Concorso saranno 4, il corto “Uomo donna pietra”, montaggio di film amatoriali accompagnati dalle parole dello scrittore Enrico Brizzi, e 3 lungometraggi: sarà la prima proiezione assoluta per “Questa miniera” di Valeria Allievi, sulla miniera più alta d’Europa, a Cogne in Valle d’Aosta, a suo tempo fonte di reddito per l’intera vallata, ormai a rischio di essere dimenticata, insieme alla sua storia così importante per l’intera comunità; dai festival di Berlino e Cinéma du Réel di Parigi arriva “Materia oscura” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, filmato tra le montagne e il mare della Sardegna, nel poligono sperimentale del Salto di Quirra dove, con effetti drammatici per il territorio e la popolazione, da oltre cinquant’anni gli eserciti testano le loro armi; prima italiana direttamente a seguire l’anteprima mondiale al festival Visions du Réel di Nyon, in Svizzera, per Libros y nubes di Pier Poalo Giarolo, regista e produzione italiane per un film girato nelle Ande boliviane, sulla curiosa e battagliera realtà delle biblioteche ambulanti, che alimentano la passione per la lettura tra le povere comunità rurali.

Per il cinema d’autore ci saranno 8 lungometraggi narrativi, 4 dei quali in anteprima italiana: l’australiano “The Hunter” di Daniel Nettheim vede Willem Dafoe nel ruolo di un cacciatore mercenario assoldato per una missione tra gli impressionanti paesaggi della Tasmania, mentre tra le più familiari Alpi austriache si svolge l’altrettanto misteriosa vicenda di “Die Wand” di Julian Roman Poelser, tratto dal fortunato bestseller della scrittrice Marlen Haushofer, con protagonista la star del cinema tedesco Martina Gedeck; le altre due anteprime vedranno protagonisti i paesaggi della Turchia, a cui il Trento Film Festival 2013 dedica un intero programma speciale, con dal festival di Berlino “Beyond the hill”, straordinaria opera prima di di Emin Alper, e dai festival di Toronto e Rotterdam “Watchtower” di Pelin Esmer, invitata anche a far parte della giuria internazionale che assegnerà le Genziane d’Oro 2013.

Completano la selezione fiction fuori Concorso l’omaggio a un’altra giurata di questa 61a edizione, la bolzanina Tizza Covi, con la proiezione dell’emozionante “Der Glanz der Tages”, presentato in competizione allo scorso festival di Locarno e come abitudine co-diretto con Rainer Frimmel; da Cannes l’irresistibile commedia nera inglese “Sighseers” di Ben Wheatley, protagonista una insospettabile coppia di camperisti criminali in vacanza nelle highlands britanniche, in uscita a giugno anche in Italia grazie ad Academy Two; il thriller soprannaturale spagnolo “Fin” di Jorge Torregrossa, già ai festival di Toronto e Torino, dal successo letterario omonimo dello scrittore-operaio catalano David Monteagudo, narra una rimpatriata tra amici sui Pirenei, che malauguratamente coincide con la fine del mondo; e il sorprendente “Letters From the Big Man” di Christopher Munch, presentato al Sundance Film Festival, in cui una giovane scienziata tra le splendide montagne dell’Oregon farà la tenera conoscenza niente di meno che di uno Sasquatch, leggendaria, gigantesca e scopriremo anche romantica creatura, versione americana dello Yeti.

Dopo i progetti dedicati alla Finlandia (2011) e alla Russia (2012), la sezione “Destinazione…” del Trento Film Festival punterà a Sud, invitando a scoprire la Turchia, in particolare i suoi territori più interni, rurali e remoti, e i paesaggi montuosi dell’Anatolia. L’apertura della sezione coinciderà con l’inaugurazione dell’intero programma cinematografico del festival, venerdì 26 aprile: protagonisti del tradizionale evento all’Auditorium Santa Chiara, con un film muto musicato dal vivo, saranno infatti le immagini della Istanbul di inizio ‘900 e le sonorità tradizionali contaminate con il rock e l’elettronica, con il cine-concerto della band turca BaBa ZuLa sulle immagini di Enis Aldjelis, die Blume des Ostens di Ernst Marischka, produzione austriaca del 1920 e primo lungometraggio filmato nella metropoli turca, restaurato dall’EYE Film Institute olandese e dal Filmarchiv Austria. Dal giorno successivo l’appuntamento con le proposte di Destinazione… Turchia sarà quotidiano, con altre 12 opere tra lungometraggi, corti e documentari, tra cui l’ultimo lavoro del regista turco-tedesco Fatih Akin Polluting Paradise, presentato all’ultimo festival di Cannes.

Le avventure estreme e le imprese sulle montagne del mondo, con protagonisti i grandi nomi dell’alpinismo contemporaneo, saranno come abitudine il piatto forte della sezione “Alp&Ism”, con 27 opere in programma. Da citare almeno film imperdibili per gli appassionati come “La Dura Dura”, protagonisti i campioni Adam Ondra e Chris Sharma, “Autana” con l’alpinista inglese Leo Houlding impegnato in Venezuela, dov’è girato anche lo spettacolare “Roraima – Climbing the Lost World” con le leggende tedesche dell’arrampicata Stefan Glowacz, Holger Huber e Kurt Albert; “Two on K2” con l’austriaca Gerlinde Kalterbrunner e “Wild One”, ritratto del francese Philippe Ribière, affermatosi nel mondo del free climbing malgrado un’infanzia difficile e una sindrome che fin dalla nascita ha deformato il suo corpo; “A fine line” sulla figura dello skyrunner e sci-alpinista spagnolo Kilian Jornet, e “Honnold 3.0” sul talentuoso climber americano Alex Honnold, che ancora una volta stupisce con le sue salite free solo nella Yosemite Valley. La selezione italiana curiosamente si concentra su personaggi e vicende lombarde: Simone Moro torna al Trento Film Festival come protagonista di “Exposed to Dreams”, raccontando le assurdità dell’alpinismo himalayano “di massa”; “Un viaggiatore ai confini del mondo” ricorda la figura dell’alpinista ed esploratore Carlo Mauri; “Patabang”, una storia degli anni ’70 rievoca la storia e lo spirito rivoluzionario del “sassismo” nella mitica Val di Mello. Evento speciale di chiusura della sezione, sabato 4 maggio, la proiezione per il pubblico più giovane di The Art of Flight 3D, nuova versione tridimensionale di uno dei più spettacolari film di snowboard mai realizzati.

Tra le proiezioni speciali “d’archivio” da segnalare l’omaggio, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, al documentarista veneto Giuseppe Taffarel, scomparso alla vigilia della scorsa edizione del festival; l’anteprima dei restauri realizzati dal Museo Nazionale del Cinema di Torino di due brevi film muti di Mario Piacenza degli anni ’10: Ascensione al Cervino e Ascensione al Dente del Gigante; e l’eccezionale documento filmato del 1926 Il volo del Norge sul Polo Nord, sulla prima trasvolata polare di Roald Amundsen e Umberto Nobile a bordo del dirigibile Norge, che si conclude con le immagini del rientro in Italia e delle trionfali cerimonie di accoglienza a Napoli e Roma, dove gli esploratori saranno attesi da Mussolini in persona. Una copia conservata dalla Cinématheque Suisse ha fornito alla National Library of Norway il materiale di partenza per questo magnifico restauro, che sarà presentato per la prima volta in Italia.

Dalla gloriosa storia dell’esplorazione a qualcosa di molto più profano, con il doppio programma notturno Le folli notti del dottor Tyrol curato dal critico e programmatore Massimo Benvegnù e dedicato a nostalgici e appassionati del cinema di serie B: vecchi spezzoni, trailer, immagini delle commedie tirolesi anni ’70, grandi successi popolari nei cinema da una parte e l’altra delle Alpi, a base di comicità demenziale, situazioni paradossali e piccanti. Secondo l’impostazione ormai consolidata del programma, completano la proposta cinematografica le sezioni “Orizzonti vicini” con autori, produzioni e storie dal Trentino-Alto Adige, “Terre alte” dedicata ai documentari d’autore sulla vita delle popolazioni di montagna, e “Eurorama” curata dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele all’Adige, con la proposta dei film etnografici premiati nei festival specializzati di tutta Europa.

Le Genziane d’Oro e d’Argento del Concorso Internazionale del 61° Trento Film Festival saranno assegnate da una giuria composta dalle già citate registe, la turca Pelin Esmer e l’altoatesina Tizza Covi, insieme a Joni Cooper, direttrice del Banff Mountain Film and Book Festival, al regista italiano Daniele Gaglianone e allo scalatore Maurizio “Manolo” Zanolla. Sergio Fant è il responsabile del programma cinematografico del Trento Film Festival, la commissione di selezione è composta da Gianluigi Bozza, Heidi Gronauer e Matteo Zadra, i consulenti al programma sono Paolo Moretti per Concorso ed Eventi speciali, Antonio Massena e Italo Zandonella per la selezione alpinistica. Una selezione di questi 121 film sarà proposta in contemporanea anche nella città di Bolzano dall’1 al 3 maggio al FilmClub – Cinema Capitol, mentre dal 6 all’8 maggio il Film Club Cinema Capitol ospiterà le proiezioni delle opere vincitrici.

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