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Clima: a rischio 30 per cento delle specie

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BRUXELLES, Belgio — E’ stata approvato questa mattina a Bruxelles il rapporto sui cambiamenti climatici causati dall’effetto serra, redatto dall’IPCC (Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico). Lo ha annunciato il presidente dell’associazione Rajendra Pachauri.

Frutto di 2500 scienziati, il documento arriva a conclusione allarmanti: se non si troveranno soluzioni per risolvere la crisi climatica, entro 80 anni il nostra pianeta subirà devastazioni di portata globale.

I paesi più importanti hanno detto si al testo. A complicare la questione è stato il veto posto da tre nazioni: Cina, Arabia Saudita e Stati Uniti.

Per questo durante la notte sono sorti problemi che hanno costretto gli scienziati a eliminare e cambiare parte dello scritto. Le motivazioni delle tre potenze mondiali erano di natura politica più che scientifica.

La Cina ha protestato sostenendo che non c’è la certezza assoluta che "numerosi sistemi naturali saranno colpiti da mutamenti climatici", anche se le probabibilità sono nell’ordine dell’80-90 per cento.

Anche gli USA si sono opposti, chiedendo la cancellazione del paragrafo in cui si dice che il Nord America "si troverà ad affrontare localmente gravi danni economici e perturbazioni sostanziali del suo sistema socio-economico e culturale".

I dubbi sull’attendibilità scientifica del rapporto hanno creato malcontento fra gli esperti dell’Ipcc che hanno subito scritto una lettera all’americana Sharon Hays, presidente del gruppo II dell’organizzazione, ribadenzo i fondamenti teorici delle loro affermazioni.

L’Ipcc è un comitato formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite con il fine di studiare il riscaldamento globale. Vi aderiscono oltre 300 paesi e vi lavorano circa 2500 scienziati.

Il documento Ipcc sarà la guida dei paesi di tutto il mondo in materia di politica ambientale nei prossimi decenni. Esso servirà anche per studiare la riduzione dei gas serra dopo il 2012, termine di scadenza previsto all’interno del protocollo di Kyoto.

Il rapporto contiene molti punti di importanza cruciale: ad esempio il rischio che per il 2080 miliardi di persone faticheranno a reperire acqua e 600 milioni patiranno la fame.

In occasione dell’accordo Ipcc il Wwf ha ribadito il suo impegno contro l’effetto serra.

Hans Verolme, direttore del programma del cambiamento climatico del WWF, ha riferito che "all’urgenza di questo rapporto, preparato dai maggiori scienziati del mondo, i governi dovrebbero rispondere con la stessa urgenza".

Secondo l’associazione ambientalista gli effetti saranno devastanti. Circa cento milioni di persone che abitano a meno di un metro dal livello del mare perderanno le loro case, mentre un milione di persone non avrà più accesso all’acqua potabile.

Valentina Corti

Foto: courtesy of www.nasa.gov

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