Montagna.TV

Wwf Italia su M13, più che un pericolo una questione culturale

Orso (Photo  www.life-arctos.it)
Orso (Photo www.life-arctos.it)

BERGAMO – Molti la temevano, altri persino se l’aspettavano. Certo è che a poche ore di distanza dalla morte dell’orso M13 si infiamma il dibattito sulla decisione presa dalle autorità svizzere di eliminare il plantigrado che circolava in Val Poschiavo, nel Canton Grigioni. Abbiamo voluto approfondire la questione chiedendo un parere sulla vicenda a Mauro Belardi, di Wwf Italia. Ecco cosa ci ha raccontato.

Perché l’orso M13 è stato abbattuto?
Ci sono delle motivazioni ufficiali e delle motivazioni ufficiose. Quelle ufficiali espresse dal governo svizzero dicono che l’orso era diventato troppo confidente e quindi potenzialmente pericoloso. Le motivazioni ufficiose a mio giudizio sono di tipo culturale. Il problema secondo me è che quella zona non era preparata alla presenza di orsi e culturalmente non c’era la predisposizione ad accettare che ci siano delle porzioni di natura al di fuori del controllo umano, e questo è un problema grave.

Quindi secondo te non era pericoloso?
Quell’orso non era oggettivamente pericoloso, non ha mai dato segnali di pericolosità, non è stato particolarmente dannoso. Ha frequentato a volte zone abitate, come talvolta succede, ma non ha mai dato segnali di aggressività. Il problema secondo me non riguarda quell’orso. La vera domanda che dovrebbero farsi quelli che hanno preso questa decisione è se sono disponibili ad avere orsi nella loro zona o se invece non sono disponibili. Ma in quel caso non è l’orso M13 ad essere problematico, sono loro ad essere problematici.

Il panico della popolazione era giustificato?
Io rispetto sempre i timori e le paure di tutti, soprattutto delle popolazioni che non sono più abituate a vivere con l’orso da parecchio tempo. Però da qui ad essere giustificato ce ne passa. Non ci sono stati segnali di pericolo e non ci sono casi di orsi che hanno aggredito qualcuno da quasi 200 anni in Italia. Ci sono molti animali più pericolosi. Il caso che ha portato a questa decisione, ma è stata soltanto una scusa, è stato l’episodio della ragazzina che ha incontrato l’orso e si è molto spaventata. Però ci sono tantissime situazioni che provocano spavento, in città, campagna e montagna, e se dovessimo eliminare tutte le fonti di spavento non so dove finiremmo. Io sono per esempio terrorizzato dai suv, ma non penso di risolvere la mia paura con un provvedimento pubblico. L’orso prima non poteva avvicinarsi alle case, poi non poteva fare danni e infine con questa decisione gli hanno proibito anche di girare sui sentieri di montagna.

Un’amministrazione ha il potere di decidere in autonomia della vita di un orso?
L’orso è un animale protetto ovunque, in Italia come in tutta l’Unione Europea o in Svizzera. Ovviamente la Svizzera ha procedure leggermente diverse perché non è nell’Unione, ma l’orso rimane un animale protetto. Tuttavia anche in Italia sono previsti dei casi in cui l’orso può essere prelevato, portato via o anche abbattuto, ovviamente perché la sicurezza ha e deve avere la prevalenza su tutto. Ci sono delle procedure da seguire se si verificano delle condizioni che ci fanno dire che l’orso è in qualche modo problematico o confidente. In questo caso le condizioni a mio avviso non si sono realmente verificate. All’interno, per esempio, del progetto Life Arctos, che stiamo seguendo come Wwf insieme a Regione Lombardia e altri partner, abbiamo messo a punto e affinato queste procedure, esistono anche delle squadre di emergenza che possono intervenire, per condizionare negativamente un orso nel caso ad esempio frequenti troppo spesso dei centri abitati. Esistono delle procedure, nessuno può decidere da solo, ma sono sicuro che chi ha preso la decisione di uccidere M13 avesse elementi necessari a giustificarsi. Ma non è questo il punto. La scelta è molto discutibile e credo rimandi a domande più grandi del povero M13. Chi ha preso questa decisione è bene che si guardi allo specchio e si faccia delle domande: sicuramente alcune cose potevano essere fatte, la Val Poschiavo avrebbe potuto dotarsi di recinzioni elettrificate per tutelare gli alpeggi, di bidoni per l’immondizia ad hoc per non avvicinare l’orso, minimizzare i danni, informare meglio la popolazione per ridurre i timori e le paure, che non potranno certo essere ridotti a zero, perché è vero che l’orso è un animale selvatico, è bello anche per quello.

Qualche anno fa era stato abbattuto sempre in Svizzera l’orso Jj3. Quali sono le analogie tra questa e quella situazione?
A mio parere non c’erano delle giustificazioni nemmeno allora, anche se effettivamente quell’orso si avvicinava di più alle abitazione. Le cose non sono state chiare allora come oggi, è stata operata una forzatura per rispondere a pressioni politiche o pubbliche mentre credo che valutazioni così dovrebbero essere esclusivamente di tipo tecnico.

Voi vi aspettavate questo provvedimento?
Dopo la vicenda della ragazzina spaventata me lo aspettavo. È stato preso questo caso, che se ci si pensa non ha davvero niente di strano, perché è normale e giusto che un ragazzino si spaventi quando vede un orso. Però trasportare quanto accaduto sul tema della pericolosità è un altro discorso. Eravamo tutti in attesa da mesi, era quasi come se glie l’avessero giurata. Della serie: “quando esci dal letargo ti facciamo fuori”…questa era un po’ la sensazione.

Ma quindi secondo te gli svizzeri non vogliono gli orsi sul loro territorio?
Non lo so, la situazione non è così lineare. Per esempio esiste in Val Monastero, Val Müstair (ndr. sempre nel Canton Grigioni) un gruppo che si chiama Orsina che ha gestito un progetto sulla convivenza tra uomo e orso che ha dato ottimi risultati. Ci sono stati finora 8 orsi che hanno attraversato la Svizzera negli ultimi anni, purtroppo il livello di accettazione non è alto ma ci sono anche esempi positivi.

Cosa rimane quindi del caso M13?
La sensazione di fondo è la tristezza e di fallimento per chi come noi lavora per tutela di questa specie. Spero che possa diventare l’occasione per un dibattito aperto basato sui fatti e non ideologico. Sono abbastanza sicuro che l’orso non sia il principale problema delle montagna di oggi, penso che dovrebbero concentrarsi su altri problemi. L’orso può essere una risorsa e che si dia tanto spazio ai problemi o ai presunti problemi portati dagli orsi penso sia indice di qualcosa che non va e di un modello di montagna che mi permetto di mettere in discussione. L’idea che si voglia vivere in montagna lontani da qualsiasi tipo di perturbazione e completamente in sicurezza come se fosse in città secondo me ha qualcosa che non va, la montagna dovrebbe essere qualcosa di diverso.

Info su Life Arctos: www.life-arctos.it/home.html

Exit mobile version