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La vita di Angelo D’Arrigo in un film

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CATANIA — Molti lo ricordano con nostalgia. Quella sua capacità di volare accanto agli uccelli, come fosse uno di loro, stimolava il senso di libertà, di grandi spazi che è insito in ogni uomo. Era un personaggio straordinario Angelo D’arrigo. Tanto straordinario da essere passato con il suo deltaplano sopra l’Everest, sfruttando le correnti ascensionali.

Il cielo era il suo ambiente naturale. Ed è stato proprio un incidente lassù a porre fine alla sua vita. A 45 anni , a Comiso, tradito da un aereo da turismo guidato da un amico.

In quel periodo D’Arrigo lavorava a un altro progetto ambizioso, dopo il sorvolo di Everest, Aconcagua, Mediterrano, Sahara e Siberia. Stavolta voleva reintrodurre due condor nei loro cieli sopra le Ande.

Il progetto interrotto bruscamente dalla sua morte è stato portato a termine nei giorni scorsi dalla moglie Laura Mancuso. E da quest’impresa è stato tratto il film documentario "Nati per volare".

Realizzato da Doc Lab, grazie al lavoro di Marco Visalberghi, regista eproduttore e di Sherin Salvetti, direttore di National Geographic Channel, il canale del gruppo Fox che trasmetterà il documentario domenica 25 marzo alle 23 su National Geographic Channel (Sky, canale 402) e in contemporanea su National Geographic HD (canale 404 di Sky).)

Nel film è la storia di Angelo D’Arrigo e dei suo condor, dal momento in cui Maya e Inca, i due condor, vengono al mondo dischiudendo le loro uova nella casa di d’Arrigo, sulle pendici dell’Etna, al momento in cui tornano a volare sulla Ande Peruviane.

Un omaggio splendido e commovente…

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