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Parete Nord del Camicia: il film

Camicia, orlo della Nord1 (2)
Camicia, orlo della Nord (Photo courtesy S. Ardito)

Quarantotto minuti di omaggio alla Nord del Camicia, la parete più severa del Gran Sasso. E agli alpinisti (molti abruzzesi, qualche marchigiano, pochi laziali e romani) che ne hanno scritto la storia dal 1927 a oggi. Questo è La maglia rossa sulla Nord del Camicia, il film che Fernando Di Fabrizio, alpinista e naturalista di Penne, ha dedicato alla montagna che vede ogni giorno da casa. Alta milleduecento metri, larga tre chilometri, la Nord è la quintessenza dell’Appennino selvaggio. Formata da roccia orribile e mista a erba per i primi due terzi (in alto compaiono placche di calcare solido), si affaccia sulle dolci colline di Castelli e offre uno straordinario spettacolo agli escursionisti che la vedono dalla conca del Fondo della Salsa. O che si affacciano sull’abisso dall’alto, allontanandosi per pochi metri dal sentiero che sale ai 2564 metri della cima.

La prima salita della Nord, nell’estate del 1934, è stata un grande exploit dell’alpinismo abruzzese. I suoi protagonisti, Bruno Marsilii e Antonio Panza, Aquilotti di Pietracamela, restarono un giorno e mezzo in parete, superando passaggi fino al quinto grado. Ma al ritorno non furono creduti. Un anno dopo tornarono, aprendo una variante della via. E lasciarono, come segno del loro passaggio, una maglia rossa ancorata a un chiodo, nel cuore della muraglia. Da allora, la via Marsilii-Panza è stata ripetuta una ventina di volte, da parte di cordate che alla fine sono uscite per molte vie diverse.

L’ultimo grande exploit risale al 2008, quando Andrea Di Donato, stella nascente dell’alpinismo abruzzese, ha compiuto la prima solitaria invernale in sole cinque ore e mezzo. L’ascensione più drammatica, però, è stata la prima invernale, tentata nel dicembre del 1974 dagli aquilani Domenico (“Mimì”) Alessandri, Carlo Leone e Piergiorgio De Paulis. Alla fine, dopo quattro giorni, il solo Alessandri raggiunse la vetta. Carlo Leone, ferito, venne recuperato da un elicottero in parete. Mentre Piergiorgio De Paulis, vent’anni, fu ritrovato cadavere ai piedi della grande muraglia. Nel film, parlano della parete quattro personaggi dell’alpinismo sul Gran Sasso. Andrea Di Donato, che a Castelli è cresciuto, racconta il suo rapporto con il Camicia e lo stile scanzonato della prima invernale.

Roberto Iannilli, di Ladispoli, narra l’apertura di Vacanze romane, l’unica via oltre alla Marsilii-Panza a salire la parete dalla base alla cima. La guida Lino D’Angelo, 92 anni, racconta del suo rapporto con la Nord e del suo drammatico tentativo invernale del 1967. E’ Mimì Alessandri, che a 81 anni è tuttora in attività sulla roccia e sugli sci, a raccontare la tragedia del 1974. A due terzi della parete, mentre la cordata si preparava al bivacco su una crestina di neve, Piergiorgio De Paulis è volato nel vuoto mentre nessuno gli stava facendo sicura. Dopo quaranta metri di volo, ha trascinato nell’abisso Carlo Leone. Quando anche l’altra corda è entrata in tensione, Alessandri, che era dall’altra parte della cresta, è stato trascinato dalla corda e ha trattenuto come un corpo morto gli altri due.

“Sentivo la voce di Carlo, non potevo fare nulla per aiutarli, aspettavo di essere trascinato anch’io nel vuoto” racconta nel film, con voce serena. “Poi il carico sulla corda si è allentato, ho potuto respirare, ho iniziato a recuperare la corda. Carlo è arrivato singhiozzando sulla cresta, è stramazzato, mi ha detto «Piergiorgio era morto, ho dovuto tagliare la corda». Ho risposto «hai fatto bene, altrimenti saremmo rimasti qui tutti e tre»”. Da allora la tragedia della Nord ha fatto discutere gli alpinisti, ed è finita più volte in tribunale.

Tre anni fa, Alessandri mi aveva detto le stesse parole, che ho inserito nei miei Giorni della grande pietra, un libro dedicato all’alpinismo sul Gran Sasso. Ma il cinema, in questo caso, è mille volte più efficace dello scritto. Oltre alle parole in sé, sono lo sguardo e la voce, tristi ma sereni, di Alessandri a far accettare una fine che resta straordinariamente dolorosa. Al tramonto del 26 dicembre, ogni anno, escursionisti e alpinisti raggiungono la base della Nord per commemorare in silenzio e con delle fiaccole accese Piergiorgio. La maglia rossa sulla Nord del Camicia verrà proposto in serate nelle città dell’Italia centrale (a Roma venerdì 1 febbraio al CAI). Il dvd può essere richiesto al produttore, la cooperativa COGECSTRE di Penne (www.cogecstre.it). Le immagini, eleganti e curate, sono di Alessandro Di Federico.

 

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