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Frana sul Brenta, alpinista schiacciata dai massi nella sua tenda

Vedretta dei Camosci e bocchetta (Photo courtesy digilander.libero.it)
Vedretta dei Camosci e bocchetta (Photo courtesy digilander.libero.it)

TRENTO — Stava dormendo nella sua tenda quando una frana l’ha travolta e uccisa. Questa la tragedia di cui stanotte è rimasta vittima una pittrice e pediatra di Milano, che si trovava accampata sulla Vedretta dei Camosci: a dare l’allarme sarebbe stato l’alpinista Ermanno Salvaterra, che l’attendeva al rientro della salita.

La donna, 49 anni, era salita lunedì ai 2784 metri della Vedretta (o Bocca) dei Camosci, nel gruppo del Brenta. Si era accampata per la notte con la sua tenda, in attesa di proseguire la salita verso Cima Tosa il giorno successivo e poi rientrare a valle.

Nel cuore della notte, dalle pareti che sovrastano la Vedretta si è staccato un grosso costone di roccia, alto un centinaio di metri e largo circa trenta, che è precipitato proprio nel punto dove era accampata la donna. La tenda è stata schiacciata da alcuni grossi massi che non le hanno lasciato scampo.

Secondo quanto riferito dal Trentino Corriere Alpi, a dare l’allarme è stato il noto alpinista Ermanno Salvaterra che la aspettava a valle sua dopo la fine dell’escursione. Non vedendola arrivare, è salito in quota per cercarla e, non trovandola, ha dato l’allarme dal Rifugio XII Apostoli.

Sulla zona è giunta una squadra di 15 tecnici del soccorso alpino sezione Adamello Brenta con un elicottero, che ha sorvolato la zona individuando in breve tempo la tenda della donna sulla Vedretta, in mezzo ad alcune delle rocce franate. Secondo la stampa la donna è stata trovata senza vita nel suo sacco a pelo.

“Era in un posto anche riparato – ha detto Adriano Alimonta del Cnsas al Trentino Corriere Alpi – lo aveva scelto bene. Quello che è successo mi ha stupito molto, non avrei mai pensato che potesse accadere”.

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2 Commenti

  1. Lo scioglimento del permafrost in quote dove fino a ca. 15 anni fa’ compattava le strutture sta cambiando molti scenari. Troppo presto per attribuirgli anche questa disgrazia, ma sto constatando come sentieri anni fa’ relativamente facili si stanno trasformando. Bisogna tenerne conto anche da semplici escursionisti. AT

  2. Senza permafrost è un disastro.
    Sul Brenta praticamente non esiste più un cm di neve perenne: dove si arrivava ramponando, ora si sale per sfasciumi. ogni volta che penso a come era 25/30 anni fa (crozzon, tosa, brenta, vedretta dei camosci ecc ecc) e come è adesso mi si pugnala il cuore.
    Il canalone Neri ridotto a un sputatina di ghiaccio. Basta pensare a come si saliva sulla cima Brenta per la normale e come ci si arriva ora. Che tristezza!!!!

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