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Siccità: il Lago del Mis in secca, il Parco Dolomiti Bellunesi lancia l’allarme

Il Lago del Mis in secca (Photo archivio Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi - Enrico Vettorazzo)
Il Lago del Mis in secca (Photo Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi – Enrico Vettorazzo)

SOSPIROLO, Belluno — Il lago del Mis è quasi completamente svuotato. Le acque del bacino artificiale sono drammaticamente calate a causa del caldo torrido e della siccità estiva, fino a lasciare in secca diverse zone del fondo. L’allarme arriva direttamente dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, nel territorio del quale si trova il lago. L’Ente, tramite una lettera aperta alle Istituzioni competenti, ha richiamato l’attenzione su quella che viene definita una grave crisi ambientale.

Dopo la croce di vetta dell’Ortles, i distaccamenti di roccia a 2700 metri delle Pale di San Martino e il drammatico scioglimento dei ghiacciai alpini, arriva un altro segnale allarmante dello stato delle nostre montagne, colpite da una forte siccità e interessate da temperature torride, che nelle scorse settimane hanno raggiunto lo zero termico solo a 4000 metri di quota. Il Lago del Mis, sito sul canale del Mis e nato al seguito della costruzione di un sbarramento per uso idroelettrico, sorge a 427 metri di altezza, nel cuore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.

Pur essendo un bacino artificiale, è un luogo di grande importanza anche dal punto di vista naturalistico, essendo, per esempio, uno dei pochi siti italiani di nidificazione dell’anatra Smergo maggiore, ed ospitando alcune specie protette dalla normativa europea, come la trota marmorata e lo scazzone. Non solo infatti, il lago è incluso nel perimetro dell’area protetta, ma fa anche parte della rete Natura 2000, istituita dall’Unione Europea per tutelare habitat e specie in pericolo di estinzione.

Il Lago di Mis prosciugato (Photo 2012 courtesy Parks.it)

Per richiamare l’attenzione sullo stato di crisi in cui versa il bacino, l’Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ha inviato una nota all’Autorità di Bacino del fiume Piave, alle Segreterie regionali per l’ambiente e per le infrastrutture, alle province di Belluno e di Treviso, al Ministero dell’Ambiente, al Consorzio di Bonifica Piave e all’Enel. La nota, firmata del presidente del Parco Benedetto Fiori e del direttore Nino Martino, sottolinea la necessità di un’attenta analisi del bilancio idrico dell’intero bacino del Piave, che include numerosi corpi idrici inclusi in diversi siti Natura 2000. “Uno dei concetti base della Direttiva CEE 92/43 – si legge infatti -, è che nella gestione i siti non sono da considerarsi isolati, ma inseriti in un più ampio contesto di rete ecologica ed è possibile avviare attraverso i Piani di Gestione iniziative per una loro migliore integrazione”.

“Comprendiamo le esigenze legate alle attività economiche – dichiara Martino -, ma un lago, seppur artificiale, soprattutto se si trova all’interno di un Parco Nazionale, deve essere adeguatamente tutelato, per garantire il rispetto della vita che ospita”.

“Vi è la necessità di organizzare un incontro tra tutte le amministrazioni comunali della provincia di Belluno – gli ha fatto eco Fiori -, da tenersi entro ottobre, per mettere mano e risolvere definitivamente un problema che da troppi anni affligge i nostri territori, che ogni estate vengono depredati dell’acqua, lasciando spettri fangosi al posto dei laghi”.

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