Arrampicata

Svizzera, Matteo Della Bordella in libera su Letzte Ausfahrt Titlis

Titlis (Photo www.ragnidilecco.com)
Titlis (Photo www.ragnidilecco.com)

ENGELBERG, Svizzera — Matteo Della Bordella ha salito in libera “Letzte Ausfahrt Titlis”, la via che sale sulla parete est del Titlis, montagna di 3.238 metri nelle Alpi Bernesi. L’itinerario, 13 lunghezze per un totale di 500 metri di sviluppo e una difficoltà valutata 8a+ con un 7b obbligato, è stata aperto nel 2004 da Stephan Glowacz e Markus Dorfleitner. Il Ragno di Lecco nel luglio scorso l’ha scalato due volte a pochi giorni di distanza, la seconda tutta in libera. Questo uno stralcio del suo racconto della salita, disponibile integralmente sul sito dei Ragni della Grignetta.

“Tra me e il Titlis è stato amore a prima vista. In 15 anni di attività alpinistica qualche parete sull’arco alpino l’ho vista e pensavo di essere stato già anche in tanti posti belli, ma il Titlis, il suo spigolo Est…Wow! E’ stata una di quelle sorprese che ti lasciano a bocca aperta. E’ incredibile come sei a due passi dal Engelberg e dal Wenden, eppure qui l’ambiente è così alpino e selvaggio e per un attimo hai la sensazione di essere fuori dal mondo. In fondo arrivare all’attacco della via è poco più di una passeggiata di salute, ma forse è anche la vicinanza del bivacco Grassen a rendere questo posto a me così gradito”.

“E guarda caso in un posto così speciale c’è una via aperta da un’alpinista che è per me da anni modello e fonte di ispirazione, per quello che ha fatto, e che continua a fare e per la sua filosofia di andare per montagne. Stephan Glowacz. Stephan Glowacz nel 2004 ha aperto con M. Dorflleitner, sulla parete Est del Tilis la via “Letzte ausfahrt Titlis”. Dopo le ripetizioni lo stesso anno ad opera delle cordate Ueli Steck, Ines Papert e Matthias Trottmann, Pascal Siegrist, di questa via personalmente non ne ho sentito più parlare molto. Nel 2006 è stata tentata da Adriano Carnati e Paolo Spreafico che ne hanno percorsa più di metà prima di scendere.

“Settimana scorsa io e Luca Schiera ci mettiamo in marcia da Engelberg e in circa 3 ore raggiungiamo in Grassen Biwak, l’ambiente è grandioso e la camminata è ripida e piacevole. La parete è molto bagnata dalle nevicate dei giorni precedenti, ma noi siamo fiduciosi che la via di Glowacz, essendo molto vicina al filo dello spigolo sarà asciutta. La nostra fiducia è ripagata e il giorno successivo di buon ora attacchiamo la via. Beh, la roccia, come dire, non è esattamente quella del vicino Wenden e soprattutto sui primi tiri non mancano i tratti lozzi. Arriviamo in breve al tiro duro della via. Parto. Dopo un inizio un po’ esposto ma non durissimo si inizia a fare sul serio.

“Arriviamo in cima alle 5 di sera, e super soddisfatti della salita iniziamo una serie di doppie. Pernottiamo al Grassen Biwak prima di scendere il giorno successivo. Era chiaro, ovvio, limpido che su una via come questa volessi tornare. Volevo tornare anche solo per l’ambiente grandioso e per quei tiri finali tutti da scalare. Ma era altrettanto chiaro che volevo tornare perchè sentivo di poter salire questa via tutta in libera.

“E così la settimana successiva si riforma un team piuttosto consolidato: David Bacci non ci mette molto a farsi convincere dalla mia proposta Titlis e in un baleno ci ritroviamo nuovamente al Grassen Biwak. Ci svegliamo giovedì 26 luglio con una giornata perfetta: cielo limpido e temperatura alta. Parto a scalare alle 7 di mattina a 2800 metri in pantaloncini corti e maglietta, scaldato dalle prime luci del sole che colpiscono direttamente la parete. Alle 15 siamo in cima ed abbiamo il tempo di salire fino alla fine vera e propria del pilastro, goderci qualche raggio di sole e l’ambiente spettacolare, prima di gettare le doppie e iniziare la lunga discesa questa volta verso casa”.

Matteo Della Bordella

 

Il racconto integrale sul sito dei Ragni di Lecco

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