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Dalle pecore di Cancano al miele di Bormio: l’orso vaga in Alta Valtellina

Arnie assalite dall'orso a Bormio (Photo courtesy laprovinciadisondrio.it)
Arnie assalite dall’orso a Bormio (Photo courtesy laprovinciadisondrio.it)

SONDRIO — Una pecora sbranata alle Dighe di Cancano, in Valdidentro, e una serie di arnie ribaltate sopra i Bagni Nuovi di Bormio, per cibarsi di miele. Questi i danni provocati da un giovane orso che si sta aggirando da qualche giorno in Alta Valtellina.

Al Cancano, il plantigrado è stato filmato da un gruppo di ragazzi che poi ha condiviso il video su Facebook. Avvistamenti dell’orso sono stati registrati a distanza di poche ore anche ad Arnoga e Piandelvino, ma i responsabili del parco hanno escluso che potesse trattarsi di due orsi.

Le sue impronte sono state fotografate da alcuni agenti forestali, che poi hanno fatto esaminare il materiale raccolto alle autorità.

“Stando alla dimensione delle impronte – hanno detto i responsabili del Parco dello Stelvio – potrebbe trattarsi di un giovane di circa un anno e mezzo proveniente dal nucleo presente in Trentino, nel Parco Adamello-Brenta. È normale che a quest’età i giovani, soprattutto se maschi, si allontanino dai luoghi di nascita per esplorare boschi ed aree montane. Tali spostamenti possono essere dell’ordine delle centinaia di chilometri”.

L’orso, però, pare trovarsi bene in Valtellina. Nei giorni scorsi si è aggirato nella località Campello sopra i Bagni di Bormio per farsi un paio di spuntini di miele: in due diverse riprese, a distanza di alcuni giorni, ha assalito alcune arnie estraendo i telai carichi di nettare.

Secondo quanto riferito da La Provincia di Sondrio gli associati di Apilombardia di Sondrio sono subito tornti a chiedere di poter disporre presto di altri recinti anti-orso per proteggere le arnie destinate al miele di rododendro che si produce in quota. La consegna dei recinti, infatti, pare stia avvenendo in modo piuttosto lento e difficoltoso.

“Meglio che il miele lo rubi l’orso piuttosto che gli uomini come talvolta capita – ha detto con filosofia l’apicoltore danneggiato al quotidiano La Provincia di Sondrio -. Il danno è relativo. Metterò le reti intorno agli alveari ma non sono preoccupato per quanto successo. Fa parte del gioco. Fino ai primo del Novecento questo animale era sulle nostre montagne e sono contento che ora sia ritornato. Vorrà dire anche le nostre zone non sono inquinate”.

 

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