SKARDU, Pakistan — Monitorare l’evoluzione del Baltoro, perchè nel clima arido del Pakistan settentrionale l’acqua di fusione glaciale rappresenta la quasi totalità delle risorse idriche utilizzabili dalla popolazione. Questo l’obiettivo del progetto di ricerca dei ricercatori del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Milano coordinato dal Comitato EvK2Cnr nell’ambito dei progetti Seed e Paprika. La loro missione primaverile per controllare le strumentazioni poste sul ghiacciaio un anno fa a questo fine, si è conclusa positivamente nelle scorse settimane.
Valle del Braldo un anno dopo: una stazione da riparare, una nuova installazione da fare, le paline ablatometriche da misurare. La spedizione del Prof. Alberto Bianchi, dell’Ing. Ester Nana e dell’Ing. Gabriele Confortola, della Sezione Costruzioni Idrauliche, Marittime ed Idrologia del Diiar del Politecnico di Milano, e della Dott.ssa Chiara Compostella, del gruppo di glaciologia dell’Università Statale degli Studi di Milano, si è svolta nel mese di maggio ed è terminata con il ritorno a Islamabad e la partecipazione del gruppo al Workshop di Seed.
La missione, essendo l’unica in programma per il 2012, è stata molto intensa e ricca di attività sul campo: in primis la riparazione della stazione di misura idrometrica a sensore ultrasonico installata presso il ponte di Shigar nell’aprile 2011; la successiva installazione di un nuovo strumento di misura di tipo piezometrico al ponte di Paiju, immediatamente a valle della fronte del ghiacciaio Baltoro; le misure di portata eseguite con due metodologie (tracciante salino e flowtracker) e i rilievi topografici delle sezioni al fine di calibrare le scale di portata in diversi sezioni del corso d’acqua; ma il compito più faticoso (cercare una palina sul Baltoro, nonostante l’utilizzo dei Gps, è quasi come cercare un ago in un pagliaio!) è stata la ricerca delle paline ablatometriche infisse nel ghiacciaio un anno fa, dove è stata effettuata la misura dell’emersione e il campionamento del detrito. E’ stata eseguita anche la misura alla fronte del Baltoro utilizzando come caposaldo il masso Desio e se ne è tracciato il limite con Gps. Infine sono stati prelevati i campioni di acqua per le analisi chimiche e microbiologiche delle risorse idriche.
I dati osservati dagli strumenti installati e le misure effettuate costituiscono una fondamentale base di informazioni per calibrare il modello idrologico del bacino con lo scopo di valutare la disponibilità della risorsa nel tempo e la pericolosità delle piene conseguenti agli eventi meteorici estremi. I rilievi ablatometrici sono invece essenziali per convalidare il bilancio di massa del Baltoro, con lo scopo di valutarne lo stato di salute e la risposta conseguente ai cambiamenti climatici.
L’obiettivo fondamentale è quello di ottenere maggiori informazioni sull’evoluzione del Baltoro, tenendo conto che nel clima arido di queste regioni l’acqua di fusione glaciale rappresenta la quasi totalità delle risorse idriche utilizzabili per le varie esigenze degli abitanti. L’analisi preliminare dei dati conferma che rispetto ai ghiacciai alpini e a quelli dell’Himalaya il Baltoro ha una dinamica del tutto particolare, in quanto le sue variazioni areali e di lunghezza sono molto limitate; evidenti invece, soprattutto nel settore medio-inferiore, le riduzioni di spessore.
Alla spedizione hanno partecipato anche Fida Hussain, guardiaparco del Cknp (Central Karakoram National Park), che si è dimostrato abilissimo nel reperimento delle vecchie paline, e venticinque insostituibili portatori che hanno lavorato sodo, in andata salendo carichi di strumenti, cavi e sale, ed al ritorno scendendo con sacchetti di sedimenti e bottiglie di acqua.
Photo courtesy Politecnico di Milano
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