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Il dirigibile Zeppelin traccia la rotta degli inquinanti atmosferici

Dirigibile Zeppelin (Photo courtesy alternativasostenibile.it)
Dirigibile Zeppelin (Photo courtesy alternativasostenibile.it)

BOLOGNA — La campagna di monitoraggio atmosferico sulla pianura emiliana, condotta con il dirigibile Zeppelin NT e coordinata dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna nell’ambito del progetto europeo Pegasos, si è conclusa martedì 10 luglio dopo una ventina di missioni che hanno permesso di riportare dati giudicati di enorme interesse per studiare la relazione tra inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici.

Dopo quasi ottant’anni di assenza, un dirigibile Zeppelin NT è tornato a volare nei cieli italiani mettendo a disposizione una piattaforma di osservazione ideale per una missione scientifica che ha previsto specificamente misure in quota, sorvolando le basi sperimentali ‘G. Fea’ di San Pietro Capofiume, la stazione di monitoraggio di Bologna del progetto ‘Supersito’ della Regione Emilia Romagna e la stazione “Ottavio Vittori” del Monte Cimone. Quest’ultimo sito di monitoraggio atmosferico a 2.165 metri di altitudine, gestito dall’Istituto per il clima e le scienze atmosferiche (ISAC) del Cnr, è una delle quattro stazioni europee attualmente incluse nel network SHARE, il progetto internazionale per la ricerca e lo sviluppo in alta quota del Comitato EvK2Cnr. Della rete europea del progetto SHARE fanno parte le stazioni meteorologiche automatiche poste sul Ghiacciaio dei Forni a 2.669 metri in Valtellina, sul Ghiacciaio Dosdè (2.669) s sul Ghiacciaio del Gigante a 3.500 metri nel gruppo del Monte Bianco.

La tappa italiana del progetto europeo Pegasos rappresenta un ulteriore contributo alla conoscenza sulla produzione e diffusione degli inquinanti atmosferici e permette di valorizzare la funzione di una stazione altamente strategica come quella del Monte Cimone. I voli del dirigile Zeppelin NT si sono concentrati nell’area bolognese, con un paio di escursioni nel ravennate e ferrarese e una nel mantovano.

“Muovendosi dentro e fuori lo strato limite planetario, il dirigibile ha permesso osservazioni puntuali nella bassa atmosfera, in riferimento alla concentrazione di particolato, ozono e radicali OH, responsabili della formazione di inquinanti secondari – spiega Stefano Decesari, uno dei ricercatori dell’Isac-Cnr impegnati nella campagna di monitoraggio – Il nostro obiettivo è capire il rapporto tra gli inquinanti che permangono al suolo e quelli che raggiungono gli alti strati dell’atmosfera, la fascia in cui si formano e come vengono trasportati. Dalle prime analisi delle osservazioni compiute, appare evidente il cambiamento del regime fotochimico tra regioni collinari e le valli appenniniche. Ora inizia il lavoro di elaborazione dei dati. I primi risultati e le relative pubblicazioni sono attesi agli inizi del 2013”.

Il progetto europeo Pegasos (Pan-European Gas-Aerosols-climate interaction Study) impiega il dirigibile per sondare i cieli europei con l’obiettivo di raccogliere dati sulla qualità dell’aria e la presenza di gas e aerosol nei vali livelli atmosferici. Una missione scientifica unica nel suo genere, coordinata dai ricercatori dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna. Dopo essere stato nei Paesi Bassi, il dirigibile ha sorvolato la fascia dagli appenini emiliani all’Adriatico, un’area particolarmente sensibile sul fronte dei cambiamenti climatici e caratterizzata da un inquinamento atmosferico tra i più alti d’Europa.

Dopo la missione svolta nel mese di maggio nei Paesi Bassi, la campagna italiana ha visto impegnato un team composto da circa 50 scienziati provenienti da 15 Paesi europei e dagli Stati Uniti. Il loro compito è monitorare le interazioni fra i processi che producono inquinanti atmosferici e quelli che influenzano i cambiamenti climatici, mettendo in relazione i dati aerei con altri raccolti da terra, allo scopo di fornire strategie di miglioramento e protezione dall’inquinamento atmosferico. Per scienziati e climatologi europeo del progetto PEGASOS, impegnati a indagare le relazioni tra la chimica dell’atmosfera e il cambiamento climatico, lo Zeppelin NT è il complemento ideale delle stazioni a terra aeromobili e fisse. Ciò è dovuto alle sue caratteristiche uniche di volo. Può galleggiare lentamente, librarsi in aria e volare per 24 ore. Gli strumenti di misurazione di peso superiore a una tonnellata salgono e scendono verticalmente durante il volo.

Inoltre, rende accessibili ai ricercatori lo strato atmosferico ad un’altitudine compresa tra 100 e 1000 metri, nota come “planetary boundary layer” (strato limite planetario). E ‘proprio in questa regione chimicamente molto reattiva, ma ancora poco indagata, che si muovono la maggior parte degli inquinanti emessi sulla superficie della terra. E’ quindi necessario comprendere le informazioni sui processi atmosferici in dettaglio e verificare i modelli concettuali su questa regione. Lo Zeppelin può indagare la distribuzione di gas in traccia in questo strato con precisione e flessibilità. Le attenzioni degli scienziati si concentrano sull’aerosol in aria detto anche “detergente dell’atmosfera”, la chimica radicale idrossile (OH radicale). Questo aerosol, che innesca la degradazione di inquinanti ed è quindi una misura dell’efficienza di pulizia dell’atmosfera, viene continuamente riciclato in un ciclo naturale. Tuttavia, negli anni passati i ricercatori Jülich si sono imbattuti in discrepanze nella teoria prevalente in materia di riciclaggio.

Si spera che i voli Zeppelin possano chiarire la questione, compresi le seguenti questioni relative agli aerosol: Da dove provengono? Come si combinano per formare particelle più grandi? Quali impatti chimici e fisici hanno sul clima e sulla qualità dell’aria? E quale parte svolgono nel riciclaggio naturale del “detergente”? La prossima campagna è prevista nel mese di aprile 2013 in Finlandia e si protrarrà per due mesi verso nord. Tutti i percorsi di missione sono stati coordinati con le stazioni di terra esistenti e le stazioni di misura. In questo modo, i ricercatori possono confrontare direttamente i dati dal volo con le misure degli scienziati sul campo.

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2 Commenti

  1. Da quando c’è questo oggetto non volano più aerei americani che lasciano le strisce.
    Quando si dice la coincidenza.
    Non ve ne andate altrimenti ci irrorano di nuovo con le nano polveri.

    1. Senza polemica, potresti spiegarmi il motivo per cui gli americani ci dovrebbero irrorare con le nanoparticelle? E poi nanoparticelle di che?

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