News

Rinuncia all’Everest per salvare l’amico, medaglia d’onore ad un israeliano

L'alpinista israeliano Nadav Ben-Yehuda, a sinistra, e l'alpinista turco Aydin Irmak, a destra ( Photo: Nitzan Arny/Israeli Embassy in Nepal)
L'alpinista israeliano Nadav Ben-Yehuda, a sinistra, e l'alpinista turco Aydin Irmak, a destra ( Photo: Nitzan Arny/Israeli Embassy in Nepal)

GERUSALEMME, Israele — Rinunciare alla conquista dell’Everest a poche centinaia di metri dalla vetta per salvare un amico in difficoltà. Questo il gesto coraggioso compiuto da Nadav Ben-Yehuda, che è valso all’alpinista israeliano il conferimento di una medaglia d’onore da parte del presidente Shimon Peres.

Nelle scorse settimane l’Everest è diventato protagonista per le morti di alcuni alpinisti che ne stavano tentando l’ascesa. Nel novero di coloro che hanno perso la vita per inseguire un sogno, si è fortunatamente sottratto l’alpinista 46enne di origini turche, Aydin Irmak.

Il 19 maggio Irmak stava scendendo dalla vetta, mentre un altro alpinista di origini israeliane, Nadav Ben-Yehuda, stava salendo con uno sherpa per conquistare il record di più giovane scalatore del proprio paese ad aver salito la montagna più alta del mondo. I due avevano stretto amicizia al campo base ed è stato quindi naturale per il 24enne di Israele controllare che la discesa dell’altro procedesse nel migliore dei modi.

A circa 250 metri dalla vetta Ben-Yehuda si è reso conto che l’amico si era accasciato a terra e non riusciva più a proseguire. La decisione è stata immediata: tornare indietro e aiutare l’alpinista in difficoltà. Il giovane ha raggiunto l’uomo, che era collassato a causa della mancanza di ossigeno, ed è riuscito a portarlo a spalla al campo più vicino.

Entrambi hanno sofferto di ipotermia e rischiano l’amputazione di qualche dito, ma sono vivi e sono ritornati alle proprie case. L’atto eroico di Nadav Ben-Yehuda è stato molto lodato da Israele, Turchia, Nepal e India. Inoltre il presidente israeliano Shimon Peres ha comunicato che il prossimo mese conferirà al giovane una medaglia d’onore per il suo coraggio e il suo altruismo.

Tags

Articoli correlati

3 Commenti

  1. Per anni molti alpinisti hanno affermato che in Himalaia ognuno per se era il dogma, ovvero non c’erano alternative al soccorso e salvataggio di alpinisti in difficoltà. Questo è un esempio – non unico – che anche a 8000 metri c’è qualcuno che rinuncia ai propri obiettivi per salvare vite umane, o cercare di farlo. Quelli che dichiarano che non è stato possibile sono in malafede, certo a volte per non mettere a repentaglio la propria vita (non è facile dichiarare di avere molta paura, di non essere capaci a fare altro che salire o scendere), ma altre volte per non mancare la vetta, l’autostima esagerata, lo sponsor o il cliente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close