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Everest Nord: è vivo l’italiano dato per disperso sulla Nord

Everest-Nord-Photo-www.ferranlatorre.com_
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(Updated ottobre 2012) LHASA, Tibet — Luigi Rampini è vivo e sta scendendo al campo base. L’alpinista italiano di 69 anni – che ieri era stato dato per spacciato da alcuni blog in internet e dalla stampa che li ha ripresi – si trovava a campo 3 dell’Everest da alcuni giorni senza ossigeno. Ma oggi l’Ambasciata ha confermato che l’alpinista è stato soccorso e sta rientrando sano e salvo.

Secondo quanto riferito ieri dai blog di alcuni alpinisti impegnati nella scalata al versante Nord dell’Everest, Rampini si trovava da quattro giorni a 7.790 metri (campoo 3) senza ossigeno, rifiutandosi di scendere e rimanendo lassù in attesa di una giornata buona per tentare la vetta. Lo spagnolo Ferran Latorre aveva scritto di aver organizzato una squadra di soccorso, per recuperarlo, con i ragazzi della Tibetan Mountaineering Association, ma di temere per la sua vita.

Insomma, le speranze erano appese ad un filo. Ma stamattina, per fortuna, è arrivata la buona notizia. Rampini avrebbe qualche congelamento, ma sarebbe stato recuperato dalla squadra di soccorso e starebbe scendendo verso il campo base proprio in queste ore.

Secondo quanto riferito dalla Xinhua Agency, i soccorritori avrebbero trovato l’uomo nei pressi di campo 2, forse mentre tentava di scendere da solo. Lo hanno raggiunto e gli hanno prestato i primi soccorsi, poi lo hanno accompagnato alle tende e ora lo starebbero portando a valle.

“Luigi Rampini sta bene – hanno confermato i diplomatici dell’Ambasciata italiana a Pechino all’Ansa poco fa -, ha dei segni di congelamento alle mani e al naso. Stiamo seguendo la vicenda”.

Rientrato in Italia, Rampini ha poi negato di essersi trovato in pericolo e di aver avuto bisogno di quel soccorso. “A partire dalla sera del 19 maggio – ha scritto Rampini – mi trovavo nella mia tenda al campo 3 (8.300m) in buona salute, senza pericolo, aspettando di salire la cima dell’Everest al diminuire della forza del vento e solo poiché il mio sherpa (Lakpa – 19 anni), quantunque da me invitato a restare nella mia tenda nell’attesa di salire la cima, il 20 maggio mi abbandonò per scendere all’ABC (6.450m). Poi, per la sera del 21 maggio scesi da solo al campo 2 (7.700m) per ristorarmi. Arrivai al colle nord (campo 1 – 7.077m) alla sera ed essendo stanco, affamato e assetato volevo dormire nella mia tenda per poi il giorno dopo con la la luce del sole scendere al campo base avanzato (6.450m), ma lo sherpa Dawa e i soccorritori (inattesi perché da me non chiamati) non vollero e mi calarono all’ABC (6.450 m). Tutto questo contro la mia volontà”.

Rampini, appassionato di alpinismo da anni, in Himalaya aveva salito il Cho Oyu e aveva collaborato alle misurazioni EvK2Cnr sul K2 versante nord alla fine degli anni 80.

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