AlpinismoAlta quota

Simone Moro: parte il tentativo di traversata Lhotse-Everest

Simone Moro (photo courtesy Camp.it)
Simone Moro (photo courtesy Camp.it)

KATHMANDU, Nepal — E’ pronto al tentativo, Simone Moro. L’alpinista bergamasco, dopo un mese di lavoro come pilota per l’Himalayan Air Rescue Team, partirà stamattina da campo base per salire in vetta all’Everest. Nel mirino, c’è il sogno di sempre, la traversata Lhotse Everest: uno dei problemi irrisolti dell’Himalaya. Ma c’è la consapevolezza che sarà difficile, visto il duro lavoro di soccorso che ha svolto finora e che lo vedrà impegnato anche durante questa salita.

“Sono arrivato al campo base da poche ore – ci ha raccontato ieri Simone Moro, che -. Domani parto per il mio tentativo. Salirò a campo 2, poi il giorno successivo a campo 3 e quello dopo ancora a Campo 4. Da lì partirò poi per la vetta dell’Everest”.

Questo il programma fino a venerdì 25 maggio, giorno del tentativo di vetta. Poi, tutto starà alle condizioni del meteo e alle condizioni fisiche dell’alpinista, che oltre ad affrontare la difficile salita senza ossigeno della montagna più alta del mondo, dovrà occuparsi anche del recupero di un’alpinista morta alcuni giorni fa, il cui cadavere è rimasto sulla cima sud della montagna.

“Mi hanno chiesto di organizzare il recupero della donna nepalese-canadese morta sulla cima sud dell’Everest il weekend scorso – racconta Simone Moro -. Cercherò di fare il possibile per portarla giù, chiedendo aiuto ad alcuni sherpa. So che questo potrebbe compromettere il tentativo di traversata, ma è un dovere provarci”.

L’obiettivo alpinistico di Simone Moro è la traversata tra le cime dell’Everest, 8.850 metri, e quella del Lhotse, 8.516 metri, passando per il Colle Sud. Senza ossigeno e da solo. Si tratta di uno dei problemi alpinistici ancora irrisolti dell’Himalaya: un percorso ad altissima difficoltà sia dal punto di vista tecnico sia per il fatto che comporta una lunga permanenza oltre gli ottomila metri. E’ stato tentato più volte sia da Moro sia da altri alpinisti, ma finora, mai nessuno è riuscito a compierla.

“Questo mese ho volato tantissimo – racconta Moro -, e ho passato 2 mattine attaccato al Tengkangpoche per recuperare il cadavere di cui si è parlato nei giorni scorsi. So di non essere Rambo: io tento l’Everest, poi se ho energie il Lhotse sapendo che sono al campo base, concentrato sull’obiettivo alpinistico, solo da poche ore, e che devo anche portare giù una donna dall’anticima dell’Everest”.

“E’ stata una scelta consapevole – aggiunge Moro – e sono pronto ad accettarne le conseguenze, che possono influire sul risultato alpinistico finale. Farò quello che riesco e che posso, sapendo che ho utilizzato la scala di valori che si basa prima sul senso civico e poi su quello alpinistico. Comunque, speriamo bene”.

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8 Commenti

  1. e’ il migliore!! ed alla faccia dei “puristi” speriamo porti con se’ anche ul bel po di “elettronica” cosi’ da far sognare anche noi davanti ad un monitor..

  2. Senza nulla togliere alla grandezza di Moro e al suo tentativo, non si tratta di concatenamento invece che traversata? La traversata sarebbe salire dalla sud del Lhotse e scendere dalla nord dell’Everest o viceversa. Solo per correttezza, nel caso in cui in futuro qualcuno ci riprovasse come hanno fatto altri alpinisti in passato.

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