Negli ultimi 80 anni ci sono state circa 5.400 alluvioni e 11mila frane; per tamponare i danni, secondo una studio del Consorzio Universitario del Politecnico di Milano, lo Stato spende oltre 2 miliardi l’anno, ai quali va aggiunto un altro miliardo e mezzo complessivo per gli interventi minori. Una cifra che però potrebbe calare con degli interventi ad hoc. Massimo Gargano, presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (Anbi), spiega che “il territorio italiano ha bisogno soprattutto di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, mirati a ridurre drasticamente i rischi derivanti da eventi meteorologici estremi, ormai sempre più frequenti”.
“L’Anbi -, continua Gargano, – presenta, per il terzo anno la proposta di Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico elaborata sulla base delle indicazioni dei Consorzi di bonifica, che operano sui territori; in tale piano rientrano azioni di adeguamento e manutenzione straordinaria della rete di bonifica idraulica che, a causa delle profonde modificazioni del territorio, non sono più idonee a garantire piena funzionalità. E’ di fondamentale importanza ridurre i fenomeni di dissesto, contenere le frane, sistemare le pendici, regolare i torrenti ed i piccoli corsi d’acqua, adeguare finalmente le opere idrauliche alle condizioni di un territorio profondamente modificato. Il messaggio è chiaro: meno emergenza, più prevenzione.”
Nel 2011 la proposta prevedeva 2.519 interventi immediatamente cantierabili per un importo di 5.728 milioni di euro; nel 2012, gli interventi sono diventati 2.943 per un importo complessivo di 6.812 milioni di euro. Una spesa, certo, che però nelle intenzioni dovrebbe contenere i costi futuri, senza contare il fatto che secondi Anbi ogni milione di euro investito in manutenzione del territorio genera sette nuovi posti di lavoro.