News

Marmolada: stop all’eliski. Vittoria di Mountain Wilderness

Eliski in Marmolada (photo courtesy Mountain Wilderness)
Eliski in Marmolada (photo courtesy Mountain Wilderness)

TRENTO — Dopo vent’anni di lotta, Mountain Wilderness vince: dal massiccio della Marmolada è bandito l’eliski. E’ una svolta storica per il turismo alpino, che vede la nota disciplina sportiva, contrastata ovinque dagli ambientalisti, subire un duro colpo in una delle località bandiera della protesta. “E’ una vittoria esemplare” commenta Carlo Alberto Pinelli, presidente di Mountain Wilderness Italia.

Da quest’anno, nessun elicottero potrà più atterrare sul territorio in concessione alla società impianti Marmolada solo per portare sciatori in quota. L’accordo, che vieta l’eliski ma soprattutto punta ad uno sviluppo sostenibile del turismo sul massiccio della Marmolada, Patrimonio dell’umanità Unesco, è stato firmato nelle scorse settimane da Luigi Casanova di Mountain Wilderness e da Mario Vascellari della società impianti Marmolada nella storica località di Malga Ciapela. Le due organizzazioni vogliono da ora lavorare insieme per il futuro del comprensorio.

“Siamo certi che questo laboratorio sarà capace di produrre nuove prospettive nel turismo – hanno detto i due firmatari dell’accordo -, nella viabilità della zona e nella coltivazione del territorio non solo perché l’investimento proposto coprirà settori fino ad oggi sottovalutati ma anche e specialmente perché riuscirà a legare in modo più deciso le popolazioni locali al loro territorio e alla loro specifica identità”.

Ma al di là della Marmolada in sè, questo accordo rappresenta un punto di svolta in un luogo simbolo della lotta all’eliski. Abbiamo intervistato Carlo Alberto Pinelli, presidente della nota associazione ambientalista, per avere un suo parere in merito.

Pinelli, con questo accordo si volta davvero pagina nel turismo alpino?
Considero questo accordo un importantissimo punto di arrivo e allo stesso tempo un potenziale punto di partenza proiettato su scenari molto più ampi. Voglio dire che si tratta di una vittoria certamente circoscritta e non automaticamente applicabile su una scala più generale, la quale però possiede o potrebbe possedere un carattere esemplare così pregnante e significativo da contribuire nel tempo a sgretolare definitivamente i presupposti pseudo-culturali su cui si è fondata fino ad oggi una certa visione esclusivamente ludica del rapporto tra l’uomo civilizzato e gli spazi montani. Una visione riduttiva che giustifica l’uso scellerato dell’elicottero per la pratica dello sci fuori pista”.

Che significato ha questa vittoria così a lungo sudata?
Nel nostro insperato successo si cela un duplice messaggio: il primo è che anche le battaglie apparentemente più difficili  possono essere vinte se si riescono a scardinare dalla radice certi luoghi comuni che appaiono insuperabili ma che invece, scavando fino in fondo, si rivelano obsoleti e sempre meno credibili. Il secondo è che per riuscire a vincere bisogna mettercela veramente tutta, con la stessa tenacia “disperata” e instancabile che certamente avremmo se dovessimo difendere la nostra casa e i nostri affetti più preziosi dalla aggressione di orde di barbari feroci ( sto citando una bella frase di Messner). La lotta per il destino della Marmolada è durata venti anni! Forse se fossimo riusciti a batterci con la stessa testardaggine (e la stessa fantasia) anche per la difesa della wilderness del Monte Bianco – nostro originario cavallo di battaglia – oggi non dovremmo assistere sgomenti alla definitiva degradazione del Colle del Gigante e della punta Helbronner: una vergogna nazionale che difficilmente i posteri ci perdoneranno.

Quali sono i fronti più “caldi” sui quali vi impegnerete da ora in avanti?
A partire da quest’anno Mountain Wilderness riprende la sua missione con energie rinnovate e prospettive sempre più coraggiose: negli Appennini, nei parchi nazionali italiani, nelle Alpi Marittime,in Himalaya, nel Caucaso, in America Latina, all’Olimpo, a Wadi Rum,  In particolare stiamo per lanciare alcune iniziative volte a riavvicinare il mondo degli alpinisti attivi e degli arrampicatori agli ideali su cui si fonda la nostra associazione.

Tags

Articoli correlati

11 Commenti

  1. Non capisco perchè ci si accanisca tanto contro contro eliski ed elicotteri che sono una macchina indispensabile per il soccorso e il lavoro in montagna, e nessuno dica niente contro il fracasso infernale e l’inquinamento delle migliaia di moto che percorrono le strade dolomitiche.
    Uno che tra le Dolomiti ci vive.

  2. Non voglio fare il bastian contrario, ma se ho capito bene l’accordo è: nessun elicottero, con l’intento dichiarato di fare eliski, potrà più atterrare sulla piazzola della società delle funivie. Ma non vi è un divieto di volo per eliski da parte delle autorità quindi, volendo, posso atterrare da un’altra parte. Per di più che senso avrebbe andare in elicottero dove si arriva già con la funivia? Sono confuso, non è che si vuole spacciare una piccola concessione, costata poco al concedente, per una grande conquista? Se fosse possibile mi piacerebbe avere maggiori dettagli.

  3. mio papà (Giorgio Bassani, CAI Bolzano, che certamente Pinelli ricorda) non ha fatto in tempo ad assistere a questo successo… Ma da lassù certamente sorride con soddisfazione…

  4. Bene i veri appassonati della montagna si muovono con le proprie gambe.Farsi portare in quota da un elicottero per poi scendere con gli sci, lo considero semplicemente demenziale.Graziano Grazzini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close