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Togliere i chiodi dal Torre come abbattere il Muro di Berlino, il racconto di Kruk e Kennedy

Kruk e Kennedy sul Torre (Photo Hayden Kennedy - rockandice.com)
Kruk e Kennedy sul Torre (Photo Hayden Kennedy - rockandice.com)

EL CHALTEN, Argentina — Inizia con una citazione dell’alpinista americano Zach Smith il lungo report diffuso dal connazionale Hayden Kennedy e del canadese Jason Kruk, che il 15 gennaio scorso sono scesi dal Cerro Torre, dopo essere arrivati in cima, togliendo oltre cento chiodi lungo la parete sud est della via del Compressore. “Come società abbiamo rimosso altri errori, come il Muro di Berlino – recita la citazione -. La storia non si ferma. La storia sta accadendo proprio ora. Si spera che i chiodi diventino storia un giorno”. Lungi dall’essere sopita, la polemica sulla via di Maestri si arricchisce oggi di un nuovo capitolo: l’attesissimo racconto dei due scalatori, salutati da alcuni come “liberatori” e da altri come “distruttori”.

“Se siete abbastanza fortunati da intravedere il Cerro Torre in un raro giorno sereno, capirete perché molti lo considerano la montagna più bella e avvincente del mondo. Messner l’ha definito ‘un grido trasformato in pietra’. La contraddizione tra la sua grande bellezza e il suo aspetto intimidatorio farà girare la testa di ogni alpinista intraprendente che vorrà un giorno provare a scalarlo. A metà gennaio 2012, io e Hayden Kennedy e abbiamo completato la salita che definisce la nostra carriera collettiva. Ma la montagna e il nostro percorso sono stati traditi da una sfortunata controversia che l’avvolge come le nuvole sulla montagna”.

Sono queste le parole con cui comincia il racconto di Jason Kruk. Il canadese ripercorre l’inizio della sua stagione in Patagonia, poi la salita al Torre e infine giustifica le ragioni della schiodatura della Via del Compressore. Al di là delle definizioni meramente tecniche dello stile di salita, e senza voler entrare nel merito della scelta, sorprendono i toni assolutistici che non lasciano spazio ad alcun remoto dubbio di poter essere nel torto, né sembrano accettare la democratica valenza di opinioni differenti. Al di là di espressioni quasi panteistiche (che francamente vanno oltre la sensibilità moderna all’ambiente), sembra mancare una vera prospettiva del tempo e della storia e la pericolosa assunzione del presente come legge superiore non solo al passato ma anche al futuro, dal momento che non possiamo oggi sapere come ragioneranno gli uomini di domani.

Kruk e Kennedy si sono incontrati a El Chalten a dicembre. Non avevano piani precisi in mente se non quello di scalare il Cerro Torre nel loro “stile preferito – veloce, leggero e il più possibile in libera”. A distanza di pochi giorni dal loro arrivo in Patagonia, il tempo ha dato loro l’occasione di provare alcune salite e così i due hanno scalato l’Exocet (500m 6a WI5 MI3), sull’Aguja Standhardt. Circa una settimana dopo hanno salito la Punta Herron dallo Spigolo dei Bimbi (350m 6b MI5) così come la via Huber-Schnarf (200m 6b + MI3), arrivando in cima alla Torre Egger. Nella stessa tornata hanno scalato poi la via Chiaro di Luna sull’Aguja St. Exupery e aperto una nuova via sull’Aguja de l’S.

In pratica rimaneva solo il Cerro Torre, che Kruk aveva tentato di scalare l’anno prima insieme a  Chris Geisler con cui aveva aperto una variante alla Via del Compressore sempre sulla sud-est, volendo evitare di utilizzare i chiodi a pressione di Maestri. “La pubblicità alla fine era diventata troppa, spazzatura riciclata – dice Kruk in merito al suo tentativo dell’anno prima -. Alla fine mi sono stancato, l’idea di essere paragonato a qualcun altro mi infastidiva. I miei piani non sono mai stati quelli di promuovere la mia salita né di diffamare David Lama”.

Kruk e Kennedy quest’anno avrebbero voluto focalizzare le proprie energie su un’altra linea del Torre, sulla parete nord. Tuttavia il mese di gennaio è stato particolarmente caldo, tanto da rendere il versante poco sicuro e da spingere i due climber verso la parete sud est, quella della via del Compressore per l’appunto. La mattina del 15 hanno lasciato il campo base Niponino arrivando al Colle della Pazienza molto lentamente. Qui si sono riposati, hanno dormito in tenda e hanno mangiato, raccogliendo le energie per la giornata successiva. La mattina dopo alle 2.45 sono partiti e intorno alle 5 erano già alla variante Salvaterra-Mabboni. Da qui si sono spostati su un tiro della via del 2007 degli statunitensi Zach Smith e Josh Wharton e ancora sul percorso effettuato l’anno scorso dallo stesso Kruk e Geisler. Sono arrivati in cima in 13 ore, utilizzando chiodi e spit laddove l’hanno ritenuto necessario alla sicurezza, il che rende discutibile la definizione di “fair means”.

“Nel corso degli ultimi anni si è fatto un gran parlare circa la possibilità di togliere i chiodi della Via del Compressore – continua Kruk -. Indubbiamente, è molto più facile parlarne piuttosto che realmente farlo e affrontare le conseguenze. Dopo una lunga riflessione sulla vetta, sapevamo che bisognava cominciare da qualche parte, pur senza consenso. Le comunità infatti, sarebbe rimasta sempre troppo divisa tra i due poli opposti per raggiungere un’idea condivisa. In verità, durante la salita e nei giorni che la precedettero, Hayden ed io non abbiamo mai parlato di togliere i chiodi”.

“Fair means non significa salire senza usare spit – sostiene Kruk -. Un uso ragionevole degli spit è una pratica che è stata a lungo accettata su queste montagne. Su questo granito, spesso ripido e nudo, sarebbe folle non usare con parsimonia questo tipo di protezioni. Ci siamo agganciati a 4 spit della variante di Salvaterra, due di sosta e due di protezione. Questi spit sono stati collocati sul granito nudo, dove non era possibile proteggersi in altro modo. Più sopra abbiamo usato gli spit messi da Chris durante il nostro tentativo dell’anno scorso. Cinque anziché 400 ci sembra un buon lavoro. Abbiamo anche usato due delle soste originali di Maestri sulla headwall. Credeteci, sappiamo come fare un ancoraggio. Il fatto di aver deciso di lasciare questi  spit, significava che era stupido non usarli nella salita. Il nostro fine ultimo era rispettare la montagna”.

“Alla fine abbiamo tolto tutti i chiodi a pressione della Headwall e uno dei tiri più sotto – prosegue il canadese -. Ma la questione è perchè. L’azione di Maestri è stata una totale atrocità. Il suo uso dei chiodi e macchinari pesanti è stato un oltraggio, anche per il suo tempo. La parete sud est si poteva tentare by fair means anche negli anni ’70, lui ha rubato quella salita al futuro. Il Cerro Torre, una montagna così perfettamente verticale su ogni suo lato, è una cartolina di quello che l’alpinismo è. Non dovrebbero esserci vie facili verso la cima. Il fatto che ci fosse un’incensata ‘via ferrata’ che portava in vetta offendeva profondamente una comunità mondiale di devoti alpinisti. Se il Certo Torre fosse stato più accessibile, qualcun altro avrebbe tagliato i chiodi di Maestri molto tempo fa, riportando la montagna alla sua precedente grandezza. Chi ha commesso violenza contro il Torre? Maestri, mettendo i chiodi, o noi, togliendoli?”

“Finché la ferraglia è rimasta è stata la giustificazione per l’uso irragionevole dei chiodi da parte di altri – conclude Kruk -. Noi siamo parte della nuova generazione, un giovane gruppo di aspiranti alpinisti. Questa è una dichiarazione che altri giovani alpinisti avevano bisogno di sentire. Il nostro sentimento è stato confermato da 3 climber argentini che abbiamo incontrato sul ghiacciaio del Torre. I loro occhi brillavano mentre ci dicevano di quanto fossero ora ispirati a salire il Cerro Torre. Ad allenarsi di più, a fare meglio. Ad affrontare la sfida che è stata restituita alla montagna. Un gruppo di persone ha scalato la Via del Compressore e si è divertita, ma ora è cominciata una nuova era per il Cerro Torre. Qualche giorno dopo la nostra salita, due giovani e talentuosi alpinisti austriaci, David Lama e Peter Ortner, hanno salito in libera la loro variante sulla cresta sud-est. Questa notizia è stata di grande ispirazione per me e Hayden, nonché un’ulteriore prova che quei chiodi non erano necessari”.

Info: http://rockandice.com

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