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Incendi sulle Alpi, dalla Lessinia alla Val Chisone

L'incendio sul monte Pizzoc (Photo courtesy www.oggitreviso.it)
L'incendio sul monte Pizzoc (Photo courtesy www.oggitreviso.it)

FREGONA, Treviso — Diversi incendi sono scoppiati nelle scorse ore sull’Arco Alpino, dal Veneto al Piemonte. Il primo si è verificato domenica pomeriggio nell’area vittoriese del monte Pizzoc, la cima di 1565 metri sulle Prealpi Trevigiane, dove le fiamme hanno raggiunto un fronte di un chilometro. Il secondo è scoppiato invece ieri pomeriggio nel comune di Erbezzo, in provincia di Verona, all’interno del Parco della Lessinia, e infine un terzo si è verificato in Val Chisone sui monti di Giaveno.

L’incendio al Monte Pizzoc è scoppiato domenica pomeriggio intorno a 1100 metri d’altezza sui pascoli dell’Agnelezza. Ieri nel territorio delle Prealpi Trevigiane sopra Vittorio Veneto, il vento forte atteso per oggi non era ancora arrivato, e così i vigili del fuoco e gli uomini del corpo forestale hanno potuto spegnere in fretta le fiamme con l’aiuto dell’elicottero. Certo i danni non sono stati pochi, soprattutto per la flora e per la fauna locale. Fortunatamente però nessuna persona è rimasta coinvolta.

Il rogo del monte Busimo, nel territorio del Parco Regionale della Lessinia, nel comune veronese di Erbezzo è scoppiato invece ieri nel primo pomeriggio. Le fiamme sono state contrastate via aria da un Canadair inviato dal centro Operativo Aereo Unificato della Protezione Civile Nazionale, che ha pescato l’acqua dal lago di Garda, e da un elicottero regionale. Secondo quanto riferito dalla stessa Regione Veneto, a terra hanno operato volontari delle squadre antincendi boschivi della Protezione Civile e operai del Servizio Forestale regionale di Verona. Fortunatamente anche qui la situazione è sotto controllo.

“Gli incendi di questi giorni – ha commentato ieri l’assessore alla protezione civile del Veneto Daniele Stival – sono certamente favoriti dalla mancanza di umidità, dal conseguente terreno e substrato siccitosi e dal periodo di stasi vegetativa delle piante. Ricordo tuttavia che le statistiche ci dicono che questi motivi contribuiscono al rapido attecchimento ed espandersi delle fiamme, ma la quasi totalità degli incendi boschivi è causata da attività umane, colpose o dolose. Raccomando perciò a tutti coloro che passano vicino ad aree boschive o le frequentano di evitare qualunque azione imprudente o potenzialmente pericoloso”.

Sulle montagne venete da oggi e ancora per la giornata di domani, sono previsti venti molto forti. Il Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile regionale del Veneto ha dichiarato in particolare lo “stato di attenzione per vento forte” nella parte nordoccidentale del Veneto (Bacini Vene-A – Alto Piave, Vene-B Alto Brenta – Bacchiglione, Vene-C Adige Garda e Monti Lessini): sono previsti infatti venti settentrionali forti in quota, con raffiche di Foehn nei fondovalle e in alcune aree pedemontane.

Ancora un altro incendio è scoppiato sulle Alpi, questa volta Occidentali, nel torinese. Le fiamme si sono accese domenica pomeriggio nella zona dei Tre Denti, sul versante di Giaveno, e si sono poi spostate sia verso il Cro che verso la Val Chisone. Nel pomeriggio la situazione sembrava migliorata, ma poi in serata due focolai hanno ripreso vigore sui monti di Giaveno. In Piemonte è in vigore dal 29 dicembre scorso e su tutto il territorio regionale lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi, dovuto alle condizioni meteorologiche. Pertanto “è vietato accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare materiali, usare motori, fornelli o inceneritori che producano faville o brace, fumare o compiere ogni altra operazione che possa creare pericolo mediato o immediato di incendio”.

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Un commento

  1. Del resto nelle zone interessate dagli incendi non piove dai primi di novembre… :-S
    inoltre le forti folate di favonio fanno rinvigorire le fiamme

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