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Neve chimica in Valpadana, l’Italia nella morsa del gelo

Livigno
Livigno

BERGAMO — Nel corso delle ultime ore l’alta pressione Bertram ha continuato a stazionare sull’Europa centrale interessando con il suo lembo più meridionale il Settentrionale. Esso ha cosi garantito condizioni di bel tempo prevalente al Nord, ove tuttavia si sono ulteriormente infittite le nebbie in Valpadana, che in alcuni casi ha preso l’aspetto della neve chimica, ovvero nebbia ghiacciata. Già a partire da ieri la colonnina di mercurio è scesa in tutta Italia: sulle Alpi centro e orientali si sono registrati -22° a Livigno, -18° a Brunico e in diverse località altoatesine e -15° sull’Altopiano di Asiago.

Lungo il suo bordo meridionale è proseguito oggi l’afflusso di gelide correnti orientali che oltre a generare diffusi annuvolamenti sui settori adriatici della Penisola ha fatto scendere ulteriormente le temperature su gran parte dell’Italia. Risveglio gelido questa mattina da Nord a Sud con minime sotto lo zero e gelate diffuse al Centro Nord. Le minime hanno così toccato i -9°C a Malpensa, -8°C a Torino e Bergamo, -7°C a Bolzano, -6°C a Brescia, Verona, Firenze ed Arezzo, -5°C a Udine e Treviso; -4°C a Milano e Piacenza, -3°C a Venezia e Pescara, -2°C a Bologna, Forlì, Frosinone, Pisa, Foggia ed Ancona, -1°C a Ferrara, Rimini, Bari e Lecce, 0°C a Grosseto, Roma e Ravenna. Tra le più “miti” Messina con 10°C, Capo caccia e Capo Frasca con 9°C, Reggio Calabria con 8°C.

Le temperature rigide ed il tempo nebbioso hanno altresì favorito la genesi di neve chimica o nebbia congelantesi che ha localmente imbiancato tra milanese, Brianza, bresciano e veronese. Si tratta di una nevicata indotta non dalla presenza di nuvolosità, ma dall’interazione tra l’alta umidità dell’aria unita alle sostanze chimiche emesse dalle fabbriche, che in condizioni anticicloniche come quella attuale ristagnano nei bassi strati aumentandone la concentrazione. I pulviscoli emessi dalla combustione industriale fungono di fatto da nuclei di condensazione, arricchendosi di umidità fino a raggiungere la condensazione; la presenza di temperature anche abbondantemente sottozero favorisce poi la caduta di fiocchi di neve. Non a caso gli eventi di neve chimica più significativi si riscontranto in genere in aree altamente industrializzate, come di fatto è appena avvenuto. Nei primi anni 90, caratterizzati da lunghi periodi anticiclonici, ci furono non pochi casi di neve chimica sulla Valpadana, con accumuli anche di 4-5centimetri.

Anche ieri sulle Alpi si sono registrate temperature polari, in particolare sul comparto orientale, interessato parzialmente dalla colata di aria molto fredda in atto su Europa orientale e Balcani in genere. A Livigno si sono toccati i – 22°, -17° a Santa Caterina Valfurva, in Alta Valtellina. Nelle vallate alto atesine si sono raggiunti i -18° a Brunico e – 15° a Santo Stefano di Cadore, ma anche su Dolomiti, Carnia e tarvisiano, dove si è toccato  i -12° a Cave del Predil. Ad Occidente si sono registrati i -15° dell’Alpe Devero e i – 10° al Gabiet, in Valle d’Aosta.

 

Info: www.3bmeteo.com

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