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Dalle Alpi all'Himalaya per studiare l'effetto serra

VENEZIA — Ricercare tracce di incendi risalenti a 10 mila anni fa quando, superata l’era glaciale, il mondo aveva assunto l’aspetto attuale e i nostri antenati avevano cominciato a dedicarsi alla caccia e all’agricoltura per procacciarsi il cibo. Allora, avendo sempre maggiore bisogno di risorse, avrebbero bruciato grandi quantità di foreste per rendere il terreno più fertile con la cenere. Così, però, avrebbero anche contribuito a creare l’effetto serra.

E’ questa la controversa teoria alla base di EarlyhumanImpact, il progetto messo a punto all’Università Ca’ Foscari di Venezia dal professor Carlo Barbante, docente ordinario del Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, che si è aggiudicato il prestigioso finanziamento europeo (Erc Advanced Grant) destinato ai migliori progetti di ricerca del continente.

Quindici ricercatori avranno a disposizione 2 milioni e 400 mila euro di finanziamenti europei e 5 anni di tempo per dimostrare la loro teoria, attraverso una serie di spedizioni in Nuova Zelanda, Stati Uniti passando per l’Himalaya e le Alpi Occidentali durante le quali dovranno cercare le tracce di questi incendi.  ”Le tracce – ha spiegato Barbante –  si chiamano marker molecolari specifici ovvero sostanze che si possono cercare ad esempio sulla neve”.

Il progetto vuole studiare le epoche del passato per trovare la legge che regola la variazioni di temperatura in relazione all’immissione di gas serra, ricostruendo i primi segnali dell’impatto umano sull’ambiente e sul clima del nostro pianeta. L’attenzione europea verso lo studio è di grande rilievo, dato che i finanziamenti di questo tipo, rivolti a singoli ricercatori, sono molto rari.

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