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Centouno storie di montagna, in alta quota con Stefano Ardito

BERGAMO — L’eruzione del Mount St. Helens, la mummia dell’Aconcagua, lo strano sasso di Monsieur de Dolomieu. E ancora il lago maledetto dei Monti Sibillini, Kailas, la montagna sacra del Tibet e Patagonia 1959, l’enigma del Cerro Torre. Sono solo alcune delle “101 storie di montagna che non ti hanno mai raccontato” (Newton e Compton editore) di Stefano Ardito, che alle montagne d’Italia e del mondo ha dedicato libri, guide, documentari televisivi e servizi apparsi su quotidiani e riviste.

Secondo Ardito oggi le Dolomiti e il Monte Bianco, l’Everest e il K2, il Kilimanjaro e il Gran Sasso sono soprattutto spazi di divertimento e avventura. Sono luoghi sempre più frequentati dal turismo, ma i sentieri, le pareti di roccia e di ghiaccio, le piste da sci e le vette sono solo una faccia della medaglia, che talvolta rischia di oscurare l’altra, quella che racchiude forse la vera essenza di questi picchi.

Nel libro si cerca di far emergere i mille volti della montagna, attraverso storie curiose, che in pochi conoscono. Per millenni, in ogni angolo della Terra, le vette sono state un luogo di duro lavoro quotidiano, di paura e di fede, scenario di sfide alle possibilità dell’uomo e teatro di guerra. Oggi sono anche un simbolo di svago e divertimento, accessibile ai più.

Così accanto a Reinhold Messner e ai campioni dell’arrampicata moderna, troviamo Dino Buzzati, Hemingway e Ötzi, la mummia dell’età del Bronzo ritrovata sul confine tra l’Alto Adige e il Tirolo. Ma anche l’orso, l’aquila, il lupo e lo Yeti che ci mostrano diverse sfaccettature del mondo d’alta quota.

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