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Da Polenza: Ardito Desio, uno dei grandi del nostro paese

Ardito Desio al Laboratorio Piramide
Ardito Desio al Laboratorio Piramide

BERGAMO — “Professor Desio. Raramente ho sentito il suo nome disgiunto dalla qualifica universitaria. Più spesso lo chiamavano solo ‘professore’. Lui lo era intimamente e totalmente un professore. Perché aveva la consapevolezza chiara del suo valore scientifico, della mole di lavoro, di pubblicazioni che la sua lunga vita, piena di viaggi, esplorazioni, idee, ricerche, gli aveva consentito”. Nella giornata organizzata dall’Università degli Studi di Milano in memoria di Ardito Desio, a 10 anni dalla scomparsa, Agostino Da Polenza ricorda così il “maestro”, fondatore del Comitato EvK2Cnr.

“Era un professore anche per la vita dedicata alla severa e appassionata docenza, alla costruzione vera e propria di un sistema universitario legato alle scienze della terra. Una vita di relazioni istituzionali scientifiche importanti in Italia e in campo internazionale.

Ingiusto che il grande pubblico lo conosca con una connotazione negativa solo per le polemiche, francamente molto meno rilevanti rispetto al risultato ottenuto, scoppiate dopo la grande impresa del K2.

Lui che quell’impresa l’aveva voluta, organizzata meticolosamente, diretta come s’usava allora, con piglio quasi militare. Senza di lui gli italiani, questo si sa con certezza, quel 31 luglio 1954 non sarebbero saliti per primi sulla seconda cima più alta della terra scuotendo in patria un orgoglio ferito dalla guerra.

Con lui la ricerca scientifica aveva continuato il suo lavoro esplorativo e conoscitivo nella regione del Karakorum che lui aveva già esplorato e studiato, che senza interruzione continuò a percorrere mentre i suoi alpinisti rientravano a casa. Quelle ricerche che lo portarono in Pakistan ancora negli anni successivi, che lasciarono a noi un  patrimonio pubblicato in decine di articoli e volumi dedicati non solo alla sua materia, la geologia, ma alla botanica e zoologia, all’antropologia.

Insieme siamo tornati in Pakistan, per continuare le sue ricerche, con i suoi collaboratori del Dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Milano, che oggi porta il suo nome. Insieme abbiamo pensato e realizzato il progetto EvK2CNR, abbiamo ideato e realizzato il laboratorio osservatorio piramide all’Everest.

Da lui ho imparato moltissimo: il rigore e il metodo con il quale affrontava i problemi, ma anche il coraggio di fronte alle difficoltà, la caparbietà con la quale perseguire i risultati. Mi ha ingegnato le regole del sistema accademico, delle istituzioni, ma anche il loro rispetto .

Non era solo scienza e rigore. Amava il suo lavoro e ciò che rappresentava, ma amava anche la natura, della quale era appassionato difensore, amava le montagne che sentiva caratterialmente simili a lui, amava il K2. La montagna simbolo della sua vita. Sorrideva, più spesso di quanto tutti noi oggi riusciamo ad immaginare ripensandolo. Dovremmo trovare modo di collocarlo con chiarezza tra i grandi del suo tempo e del nostro paese”.

Agostino Da Polenza

 

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