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La comunità pakistana tende la mano

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CORREGGIO, Reggio Emilia — Una grande serata per ritrovare il fascino del Karakorum e per conoscere da vicino la gente che lo abita. Ieri sera in Emilia il Comitato Ev-K²-Cnr è stato protagonista, insieme al Parco dell’Appennino e alla comunità pakistana locale, di un grande evento di solidarietà finalizzato alla ricostruzione delle scuole distrutte sulle montagne del Pakistan dal terremoto dell’ottobre 2005.

Nella splendida cornice di Palazzo dei Principi, ha partecipato numerosa, nonostante la fitta nebbia, la comunità Pakistana di Correggio. Ospite d’onore alla serata il presidente del Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano, il Senatore Fausto Giovanelli, che a conclusione dell’incontro ha manifestato la disponibilità a instaurare un gemellaggio fra il Parco dell’Appennino Tosco Emiliano e il Parco Nazionale del Karakorum.
 
Entusiasmante e coinvolgente l’intervento di Valerio Pietrangelo, responsabile di Karakorum Trust, che ha presentato al pubblico l’affascinante progetto di cooperazione per lo sviluppo sostenibile del Pakistan e la costituzione del Parco Nazionale del Karakorum, promosso dal Comitato Ev-K²-CNR e dal governo italiano.  E lo ha fatto in lingua urdu. Abbiamo voluto chiedere a lui stesso di raccontarci la serata.
 
Pietrangelo, come ha reagito l’uditorio alla presentazione di Karakorum Trust?
Con grande interesse, entusiasmo e perfino commozione, per aver sentito parlare del loro paese da persone italiane nella loro lingua, e con tanto coinvolgimento emotivo. Tra l’altro, provenivano quasi tutti del Punjab, una regione di pianura ad economia prevalentemente agricola. Sono stati molto felici di poter conoscere meglio aspetti del loro paese, come le realtà montane, che prima ignoravano. E hanno suggerito di presentare il progetto nelle scuole, affinchè i bambini e gli studenti nuove imparino a conoscere una realtà così bella come il Karakorumo e una attività di cooperazione così importante promossa dal loro paese.
 
Come hanno valutato la serie di eventi natalizi che ha accompagnato la raccolta fondi per la ricostruzione delle scuole in Pakistan?
In maniera estremamente positiva. In una delle serate in programma è intervenuto anche un esponente della comunità pakistana, che ha illustrato la cultura del suo paese agli italiani presenti: un importante segno di amicizia tra i due paesi, in particolare per la condizione di "immigrati" che queste persone vivono ogni giorno. Auspicavano, però, una maggiore presenza di italiani… sia per queste serate sia per eventuali manifestazioni future.
 
Come responsabile del progetto cosa spera per il futuro dei rapporti tra Italia e Pakistan?
Spero di promuovere l’immagine pakistana in Italia, oltre all’attività di cooperazione in sè. Perchè credo che il nostro progetto possa mostrare tutti gli aspetti positivi del Pakistan agli italiani, c he spesso non hanno modo di conoscerli attraverso i mezzi di comunicazione.
 
L’incontro è stato organizzato dall’assessore Fulvio Bucci e il Consigliere comunale, Cecilia Anceschi, che, soddisfatti del successo ottenuto, già pensano ad intavolare nuove iniziative di solidarietà e di condivisione con la comunità pakistana.
 
L’iniziativa ha coronato la campagna di raccolta fondi promossa dal progetto umanitario "Riapriamo le scuole in Pakistan", gestito dal Cesvi e dal Comitato Ev-K²-Cnr con il sostengo della Provincia di Reggio Emilia, della Comunità Montana, dal Comune di Correggio e da altri enti del territorio emiliano.
 
La campagna, lanciata lo scorso 23 dicembre, si è imperniata su una mostra fotografica suggestiva ed emozionante e su alcune serate dedicate al Karakorum e al Pakistan. Le fotografie di Giovanni Diffidenti, scattate in Pakistan nel periodo successivo al terremoto che l’8 ottobre 2005 ha distrutto le Northern Areas, sono esposte al Palazzo dei Principi di Correggio dal 23 dicembre fino al 14 gennaio 2007.
 
Si tratta del reportage raccolto nella pubblicazione "Pakistan, la scuola nel cielo", edito grazie al contributo di Mediamarket, che documenta il dramma del terremoto e documenta lo sforzo di Cesvi, Mgpo e del Comitato Ev-K²-Cnr alla ricostruzione.
 
Sara Sottocornola
 

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