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Salvata la speleologa bloccata in grotta, coinvolti 100 soccorritori

L'intervento del Soccorso alpino (Photo archivio CNSAS V Delegazione Bresciana )
L'intervento del Soccorso alpino (Photo archivio CNSAS V Delegazione Bresciana )

UPDATED — SERLE, Brescia — Si è concluso questa mattina alle 06.40 l’intervento di recupero della speleologa intrappolata nella grotta Omber En banda al Büs del Zel a Serle, nelle Prealpi bresciane. La donna era bloccata a 250 metri di profondità a seguito di una caduta che le ha procurato la frattura di una gamba. Da domenica pomeriggio ad oggi 100 volontari sono stati impegnati giorno e notte nei soccorsi, con turni di 12 ore ciascuno.

La donna, 37 anni di Brescia, era caduta domenica pomeriggio intorno le 14: era scivolata da un salto di circa 3 metri durante un’escursione nella grotta, alla profondità di circa 250metri, e si era procurata la frattura della gamba sinistra. Gli speleologi che erano con lei nella cavità, avevano dato immediatamente l’allarme e alle 17 erano cominciate le operazioni di soccorso da parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico stazione di Valsabbia della V Delegazione bresciana e IX zona speleologica lombarda.

La prima squadra di soccorso è entrata alle 20 nell'”Omber en banda al Bus del Zel”, la cavità situata sull’altopiano di Cariadeghe, la più nota e profonda grotta bresciana, che si apre a circa 750 metri di quota. Il recupero vero e proprio però è iniziato qualche ora più tardi, dopo che la donna è stata medicalizzata dall’equipe medica e stabilizzata all’interno di una tendina riscaldata. Il trasporto poi ha richiesto molto tempo, perché è stato necessario allargare alcuni tratti molto stretti della grotta, operazione a cui sono stati dedicati 8 volontari della Commissione Disostruzione del Soccorso alpino che, tramite l’uso di micro cariche, hanno demolito piccole porzioni di roccia consentendo il passaggio della barella.

Durante l’intervento, durato complessivamente 35 ore circa, di cui 25 ore di trasporto barella, si sono alternati decine di volontari. Tre squadre di medici ed infermieri, di cui 7 componenti della Commissione Medica del Cnsas, e 3 squadre di tecnici per il recupero, composte da 69 tecnici del Soccorso alpino. In grotta hanno operato in totale 84 tecnici per una media di 12 ore/uomo di lavoro.

A questi bisogna poi sommare i volontari che hanno lavorato fuori dalla cavità. In complesso quindi sono stati coinvolti nelle operazioni 100 tecnici del Soccorso alpino provenienti da 6 regioni d’Italia: Lombardia (IX Zona speleologica e V Delegazione bresciana), Piemonte (I Zona), Trentino e Veneto (VI Zona), Emilia Romagna (XII Zona), e Toscana (III Zona).

Fortunatamente questa mattina tutto si è risolto per il meglio. Secondo quanto riferisce una nota ufficiale del Cnsas, il recupero si è svolto senza particolari intoppi, l’infortunata è stata per la maggior parte del tempo vigile e collaborativa, dimostrando un’eccezionale forza d’animo. Alle 6.40 la 37enne bresciana è stata estratta dalla grotta ed è stata prontamente trasportata in ospedale.

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2 Commenti

  1. che storia gli speleologi…io “scappo” veso l’alto per sfuggire da quello che c’è in basso e loro verso il basso per scappare da quello che c’è in alto……ma tutti poi dobbiamo tornare allo stesso posto….una riflessione da ubriaco 🙂

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