SEUL, Corea del Sud — “Il mio destino è quello degli esploratori, esplorare finché non morirò”. Queste le parole di Mr Park proiettate sul grande schermo durante la celebrazione dei funerali in Corea del Sud. A distanza di circa una settimana da quando i soccorsi sono stati ufficialmente sospesi sulla parete sud dell’Annapurna, nella terra natia dei tre alpinisti morti sull’ottomila himalayano si sono svolte ieri, il 3 novembre i riti di addio.
La Federazione Alpinistica Coreana ha annunciato alla fine della settimana scorsa la conclusione delle ricerche di Mr Park e dei suoi due compagni Dong-Min Shin e Gi-Seok Gang, dispersi sulla terribile parete sud dell’Annapurna, dove si trovavano per aprire una via nuova. L’ultimo contatto con i tre alpinisti è avvenuto il 18 ottobre, dopo di che di loro non è stata trovata più alcuna traccia.
Dalla Corea sono partite numerose squadre di soccorritori, che si sono prodigati per giorni alle pendici della montagna, in cerca degli scomparsi. Le ipotesi che i tre alpinisti fossero caduti nell’enorme crepaccio che si apre a 5.800 metri di quota non sono state avvalorate dalle ricerche: i soccorritori infatti, si sono calati all’interno del crepaccio, senza trovare alcuna traccia di loro. Così circa 10 giorni dopo la loro scomparsa, le operazioni sono state interrotte.
Ieri, 3 novembre, si è svolto l’ultimo atto di questa tragedia della montagna, con la celebrazione dei funerali di Park Young Seok, Dong-Min Shin e Gi-Seok Gang. Secondo quanto riferisce Kyu Dam Lee corrispondente coreano del sito ExplorersWeb, le immagini dei tre alpinisti e le parole di Mr Park sono state proiettate in una sala gremita di persone.
“Gli alpinisti devo andare sulle montagne – diceva Park -, gli esploratori devo andare in esplorazione. Le città non sono fatte per gli scalatori. Il mio destino è quello dell’esploratore, esplorare finché non morirò”.
Info: www.explorersweb.com