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Salito il Saser Kangri II Est, seconda cima inviolata più alta del mondo

Il versante sud ovest del Saser Kangri II (Photo Steve Swenson - Desnivel.com)
Il versante sud ovest del Saser Kangri II (Photo Steve Swenson - Desnivel.com)

LEH, India — Una spedizione americana ha salito il Saser Kangri II Est, con i suoi 7.518 metri, fino a pochi giorni fa, la seconda montagna più alta della terra non ancora mai salita. A compiere l’impresa sono stati Steve Swenson, Mark Richey – rispettivamente presidente ed ex presidente dell’American Alpine Club – e Freddie Wilkinson, arrivati in vetta lungo il versante sud-ovest.

Il Saser Kangri II est è la cima situata nel Saser Muztagh, nella remota regione del Ladakh del Kashmir indiano, vicino al confine tra Cina e Pakistan. La vetta della montagna, alta 7.518 metri, era rimasta inviolata fino a pochi giorni fa, la seconda più alta del mondo dopo il Gangkhar Puensumla ( più alta montagna del Bhutan di 7.570 metri), nonché la 49esima nella lista dei monti più elevati del mondo.

Non si conoscono al momento molti dettagli sulla salita degli americani, arrivati in cima dal versante sud ovest, ma si sa che verso la fine di agosto Steve Swenson ha sofferto di problemi ai polmoni durante la discesa, cosicché l’alpinista presidente dell’American Alpine Club è stato evacuato dal Soccorso alpino indiano a quota 5800 metri. L’elicottero l’ha trasportato all’ospedale di Leh dove le sue condizioni sarebbero rapidamente migliorate.

Richey e Swenson avevano fatto un precedente tentativo al Saser Kangri II Est un paio di anni fa, insieme a Mark Wilford e al britannico Jim Lowther. Nel 2009 avevano iniziato la stessa via che hanno completato pochi giorni fa, sul lato sud-ovest della montagna. Quella volta però il freddo e i venti troppo forti li avevano costretti alla ritirata.

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2 Commenti

  1. eh, questa sì è una grande salita classica-moderna, di grande alpinismo, di dislivello himalayano, ecc, ecc…e non un’insignificante giretto accompagnato da clamore incomprensibile. Oltretutto, con una logistica molto complessa. E poi…salita da Presidente e vicepresidente del Club alpino americano!!!!! per forza negli Usa l’alpinismo è compreso e supportato in tutte le vesti. Sono proprio anni luce davanti, rispetto a noi.

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