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Frana sul Pelmo: si tenta ancora il recupero delle salme

Frana sul Pelmo (Photo Fabio Bistrot)
Frana sul Pelmo (Photo Fabio Bistrot)

SAN VITO DI CADORE, Belluno — Non è stato ancora possibile recuperare i corpi dei due uomini del Soccorso alpino morti ieri, spazzati via da una frana sul Monte Pelmo. La scarica di sassi che li ha investiti, secondo i primi dati pari a circa 2.500 metri cubi di roccia, non si è tuttora esaurita e per tutta la giornata di ieri e ancora stanotte, dalla montagna è continuato a scendere materiale franoso che ha reso impossibile lo svolgimento delle operazioni in sicurezza.

Secondo le prime stime dei geologi era di 2500 metri cubi la frana staccatasi ieri mattina all’alba dal versante nord del Monte Pelmo, costata la vita a due soccorritori bellunesi. I due tecnici della stazione di San Vito di Cadore – Alberto Bonafede, 43 anni, e Aldo Giustina, 42 anni – si stavano calando dalla cima per recuperare due turisti tedeschi bloccati su una cengia, quando è piombata loro addosso la micidiale scarica di sassi.

Dopo la prima grossa frana, ne sono seguite delle altre, alcune decine, proseguite per tutto il giorno dalle 5.17 del mattino di ieri fino a tutta la notte. Proprio a causa dei continui distaccamenti di materiale franoso, gli uomini del Soccorso alpino non hanno potuto finora recuperare i corpi delle vittime, individuati ad oltre 2000 metri di quota.

Le squadre dei soccorritori hanno delimitato l’area e hanno vigilato a turno sul perimetro tutta la notte e fino a stamattina, anche con il supporto delle forze dell’ordine. I sentieri di accesso al Pelmo sono stati chiusi dalle ordinanze dei sindaci competenti per territorio, mentre il Centro mobile di coordinamento del Soccorso alpino resterà nel parcheggio del rifugio Città di Fiume, fino al completamento delle operazioni.

Gli organizzatori della manifestazione Transpelmo, in calendario per il prossimo 4 settembre, hanno deciso intanto di sospendere per questo anno la gara, in segno di lutto per la morte dei due soccorritori di San Vito di Cadore, e per la sicurezza dei partecipanti.

 

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2 Commenti

  1. Sono stato sul Pelmo tanti anni fa, dal Rif. Venezia, per la via normale, non occorrevano caorda e chiodi, ma solo un buon allenamento e non soffrire di vertigini nel primo tratto, che è il più esposto.
    Spero di tornarci.

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