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Maiella: ritrovata dopo 6 giorni l'escursionista dispersa

Maielletta - escursionista ritrovata (Photo courtesy www.ansa.it)
Maielletta - escursionista ritrovata (Photo courtesy www.ansa.it)

L’AQUILA — E’ sopravvissuta mangiando lumache e lucertole Sarolta Tripolszky, l’escursionista ungherese di trent’anni scomparsa sabato scorso sulla Maielletta. La donna si era persa scendendo dal Monte Acquaviva e aveva dato l’allarme con un sms alla famiglia, dando però indicazioni inesatte sul luogo in cui si trovava: i soccorritori l’hanno trovata per una coincidenza casuale, quando ormai avevano quasi perso le speranze di ritrovarla viva.

La sua salvezza è stata la sua macchina fotografica, caduta nel vallone della Gola delle Murelle dove in realtà, secondo le indicazioni fornite, lei non avrebbe dovuto nemmeno essere passata. A ritrovarla è stato il il capo dei soccorritori del Cai dell’Aquila, Antonio Pace, che ha subito risalito la montagna con la sua squadra seguendo quell’indizio. E ha trovato la ragazza che si lavava in una pozza d’acqua.

“Quando mi ha ha visto – ha detto Pace all’Ansa – ha cacciato un urlo e mi ha abbracciato forte. La prima cosa che ha chiesto è stata quella di mangiare e io volentieri le ho ceduto il mio panino al prosciutto”.

La donna aveva dormito 6 notti all’addiaccio cercando riparo fra le rocce ed era sopravvissuta bevendo acqua di sorgente e mangiando quel che offriva la montagna – in una zona poco ospitale – dopo aver esaurito le sue scorte di cibo. Aveva anche cercato di scendere, ma aveva incontrato dirupi troppo alti e così era rimasta nel luogo in cui si era persa.

“Non ho mai avuto paura di morire – ha detto la dispersa sempre all’Ansa – nei primi due giorni ha mangiato delle merendine, poi mi sono dovuta arrangiare con quello che ho trovato nel vallone, lumache e piccole lucertole”.

La donna, che comunque sembrava in buone condizioni, è stata ricoverata per precauzione all’ospedale di Chieti per una notte, e poi potrà probabilmente far rientro a casa.

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2 Commenti

  1. Quelli che voi chiamate “soccorritori del Cai dell’Aquila” non sono che i membri e tecnici del CNSAS della stazione dell’Aquila. Perche’ non chiamarli cosi’?

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