Arrampicata

Silvia Vidal e Naufragi: cronaca di come "non" si apre una via

Silvia Vidal
Silvia Vidal (Photo courtesy www.desnivel.com)

MADRID, Spagna — “Ero da sola, in parete, con condizioni molto brutte. Sono arrivata a perdere i sensi per ipotermia, ho calcolato 18 giorni e invece ne sono rimasta lì 25”. Questo un tratto del racconto della climber spagnola Silvia Vidal sulla turbolenta esperienza sul Kailash Parbat, nell’Himachal Pradesh in India, dove ha aperto una nuova via simbolicamente battezzata “Naufragi”. La Vidal, infatti, non è arrivata sulla cima e per aprire la linea ne ha vissute di tutti i colori.

Il racconto della scalata, pubblicato da Desnivel.com, ha dell’incredibile. La Vidal è partita per scalare la via in solitaria, avendo in mano solo una fotografia di John Middendorf di cui si era innamorata navigando su internet, e una mappa di Google Earth per capire dove si trovava la montagna.

“Mi sono appesa alla parete senza nemmeno aver avuto l’opportunità, in undici giorni, di studiarla in modo approfondito – racconta la Vidal -. Sono rimasta in parete 25 giorni, dal 15 agosto all’8 settembre compresi, da sola, con condizioni meteo molto brutte. Sono arrivata a perdere i sensi per ipotermia, a causa della costante umidità. Ho calcolato 18 giorni e invece ne sono rimasta lì 25”.

La Vidal è partita da un campo avanzato costituto da un’amaca appesa ad un blocco a 4.430 metri, perchè nei dintorni non ha trovato un posto adatto ad una tenda. Nei giorni di scalata è arrivata a 5.250 metri di quota e poi ha fatto dietro front. Ma della sua salita non sembra per nulla contenta.

“Oltre a sopportare le pessime condizioni meteorologiche ho dovuto combattere contro i miei principi – dice l’alpinista – perché a partire dal decimo tratto (14esimo giorno) ho iniziato a fare dei buchi per chiodi, in modo da poter proseguire per qualche tratto di placca monolitica che non offriva altra scelta. Non avevo spit sufficienti e non volevo lasciare la via per questo motivo. Troppi sforzi e aspettative per arrivare qui. I tratti di artificiale estremo, invece, li ho fatti il più in fretta possibile, cercando di “spittare” il meno possibile, per cui sono caduta più volte del normale. Questo è il prezzo che ho pagato per recarmi in un luogo sconosciuto senza informazioni di nessun tipo”.

Il risultato è una via di 1050 metri che la Vidal ha gradato A4+. “Dal punto in cui sono arrivata non sono in grado di dire quanto mancava alla vetta della montagna – dice – perché non sono nemmeno riuscita a vederla. Intuisco però che era ancora lontana”.

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