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Abolizione delle Province, spunta il "trucchetto" della montagna

La mappa della provincia di Verbano-Cusio-Ossola

ROMA — Via libera in commissione Affari Costituzionali al taglio delle Province. Nulla a che vedere con la sforbiciata promessa a gran voce in campagna elettorale. Tuttavia è stato approvato con il voto favorevole di Pdl e Lega e quello contrario di Pd, Udc e Api l’emendamento alla Carta delle autonomie che riduce le province sotto i 200mila abitanti.

Si tratta, a dire il vero, di un “taglietto”. Anche perchè è stato introdotto il solito “trucchetto” tipico della legislazione italiana. Ovvero, vengono sì tagliate le province sotto i 200mila abitanti, ma la soglia scende a 150mila se almeno la metà del territorio è montano. Le soglie, poi, non si applicherebbero alle Regioni a statuto speciale: sia mai.

E così, la “scure molle”, secondo i dati Istat, dovrebbe abolire 4 province sotto i 200mila abitanti: Vercelli (180.111) in Piemonte, Isernia (88.895) in Molise, Fermo (176.488) nelle Marche e Vibo Valentia (167.334) in Calabria.

Altre tre province sono ancora in forse. Pur avendo meno di 200 mila abitanti potrebbero essere risparmiate perché hanno il 50 per cento di territorio montano. Si tratta delle province di Biella e Verbano-Cusio-Ossola in Piemonte, e di Crotone in Calabria.

La mappa delle nuove province è stata delegata al Governo, che avrà ventiquattro mesi di tempo per portare a termine la razionalizzazione.

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9 Commenti

  1. O si aboliscono tutte, od almeno la gran parte, tutte quelle sotto il mezzo milione di abitanti, per sperare di risparmiare qualcosa, od è meglio, come penso io, che si lascino tutte. A che serve cancellarne tre o quattro, addirittura le meno costose, quando ne rimangono 105 o 106, dal momento che quelle con meno di 200 mila residenti sono almeno diciotto. FERMO ha gìà passato il vaglio dei requisiti costituzionali e del Governo Berlusconi, nonché del MInistro Calderoli, appena sei anni fa, allorché nel giugno 2004 è stata istituita con la Legge n. 147.

  2. Io proporrei una grande provincia di Fermo, da oltre 700 mila abitanti nel sud delle Marche, con capoluogo FERMO, che comprenda anche le ex province di Ascoli Piceno e Macerata, che verrebbero così abolite .

  3. O si aboliscono tutte, od almeno la gran parte, tutte quelle sotto il mezzo milione di abitanti, per sperare di risparmiare qualcosa, od è meglio, come penso io, che si lascino tutte. A che serve cancellarne tre o quattro, addirittura le meno costose e più virtuose, quando ne rimangono sempre 105 o 106, dal momento che quelle con meno di 200 mila residenti sono almeno diciotto. FERMO ha gìà passato il vaglio dei requisiti costituzionali e del Governo Berlusconi, nonché del MInistro Calderoli, appena sei anni fa, allorché nel giugno 2004 è stata istituita con la Legge n. 147.

  4. Nessuna provincia va abolita, se non sono soppresse tutte. Non servirebbe proprio a niente, cancellare pochissime province su centodieci. FERMO meno che mai! E non si possono eliminare le province, se non si pensa a qualcosa di meno costoso, un organismo sovracomunale più snello con cui sostituirle.

  5. Tutte le Provincie sono da abolire e con esse tutti i loro eccessivi costi. La costituzione inoltre non prevede i parlamenti regionali coi loro costi pari a quello nazionale ma moltiplicati per 20. Gli incarichi di consigliere regionale vanno compensati a gettone di presenza e non con stipendi di entità parlamentare. Da quarant’anni si dice, e si dimostra che le provincie non sono utili per quel che costano ma invece di calarle, sono aumentate di molto. Col denaro così rispamiato si potrebbero costruire ospedali e ristrutturare scuole, pagare insegnanti e ospedalieri, abolire i pedaggi autostradali!!

  6. Per me se vogliono veramente risparmiare le province vanno abolite tutte,anche perchè non servono comunque se si fanno i conti costo/utilita.

  7. In una nuova ristrutturazione dello stato,federale se possibile,sotto le regioni io istituirei le città metropolitane,raggruppando più territori ora ripartiti fra varie province,e,per la montagna,obbligherei i comuni,quasi sempre sotto i 5000 abitanti,a delegare i servizi alle comunità montane o enti simili i quali dovrebbero essere gli unici destinatari dei trasferimenti e contributi anche comunitari.

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