Montagna.TV

Sull'Everest a 13 anni: Romero fa discutere

Jordan Romero al campo base dell'Everest
Jordan Romero al campo base dell'Everest (www.jordanromero.com)

LHASA, Tibet — C’è chi lo incita, e chi considera lui, ma soprattutto il padre, degli incoscienti. Fa molto discutere l’impresa di Jordan Romero, giovanissimo californiano di 13 anni, che al momento sta tentando di salire l’Everest dalla parete nord. Il piccolo vuole entrare nel Guinness dei primati.

Romero, in queste ore, sta compiendo il tentativo finale di vetta sull’Everest. Si trova fra campo 2 e campo 3, sta salendo con il padre Paul, la sua compagna Karen Lundgren e alcuni sherpa. Il gruppo non ha una gioda, ma tutti salgono con l’ausilio di ossigeno. La famigliola americana ha scelto di salire la parete nord della montagna, in Tibet, perchè sul versante nepalese la salita è vietata a chi ha meno di 16 anni.

La giovane età del ragazzo, che vuole diventare non solo il più giovane salitore dell’Everest ma anche il più giovane a salire le Seven Summits, le sette vette più alte di ogni continente, è in questi giorni sotto inchiesta da parte dei media di tutto il mondo, che si interrogano sul senso dell’impresa e sul ruolo dei genitori.

La questione è sbarcata perfino su Radio 24, che stamattina gli ha dedicato la puntata di 24 Mattino, condotto da Alessandro Milan. Sul tavolo, non solo il caso di Romero ma anche quelli dell’australiana Jessica Watson, 16 anni, che ha appena concluso il giro del mondo a vela in solitaria e Rosolino Cennio, che a 8 anni ha stabilito il record a nuoto sullo Stretto di Messina.

Al programma di Radio 24 sono intervenuti diversi esperti, dalla psicologia alla medicina, che hanno posto la questione sulla responsabilità genitoriale. Significativo l’intervento di uno psicologo che ha parlato di una “società della performance” dove l’affermazione è ormai legata al record individuale e la malattia in agguato è la depressione generata dal mancato risultato.

Tra gli ospiti anche Alex Bellini, valtellinese che ha compiuto la traversata a remi dell’Atlantico in solitaria. “Ognuno è libero di fare quello che vuole – ha commentato Bellini -. Ma non sono favorevole a buttare nell’arena questi bambini perchè attività di questo genere provano dal punto di vista fisico e soprattutto mentale bisogna avere una grande maturità. Inoltre si è sottoposti ad una pressione mediatica enorme, che io a 32 anni fatico a sostenere. A 12 anni lo sport deve essere un divertimento e un modo per socializzare”.

E voi cosa ne pensate? Ditelo a Montagna.tv.

Exit mobile version