Alpinismo

Gregorini e i due Odell ripetono Royal Flush, sul Fitz Roy

I tre giovani arrampicatori argentini hanno scalato questa via aperta nel 1995 sulla Est della montagna patagonica. Il caldo ha dato vita a ruscelli che hanno impedito di effettuare l’ascesa completamente in libera

Tre giovani alpinisti patagonici, cresciuti ai piedi delle guglie di granito più celebri del mondo, hanno firmato una salita di Royal Flush (7b A0), via poco ripetuta sulla Est del Fitz Roy. Aperta da Kurt Albert, Bernd Arnold, Jorg Gerschel, e Lutz Richte nel 1995, la linea di 1250 metri conta al massimo 5 salite.

La squadra degli apritori non aveva raggiunto la cima, ma si era fermata a 350 metri dalla vetta, dove la linea si congiunge con El Corazon, a causa di un incidente: Albert era stato colpito da una scarica di sassi. Una cordata tedesca aveva completato la salita tre anni dopo. Nessuno ha ancora scalato la via in libera: agli apritori mancava un solo tiro, con una difficoltà stimata di 7c. Tommy Caldwell lo ha salito in libera, ma non ha scalato l’intera via a causa delle condizioni della parete.

Una sfida tecnica

“Gli altri 40 tiri della via sono scalabili in libera, ma su terreno difficile e verticale, con difficoltà fino al 7A” ha detto Pedro Odell. I tre giovani alpinisti speravano di firmare la prima libera completa, ma hanno dovuto fronteggiare condizioni troppo calde, per cui uno dei tiri più difficili era molto bagnato. “Abbiamo dato la priorità all’arrivare in vetta, ma intendevamo provare una salita in libera. Quando siamo arrivati all’ottavo tiro di 7a, abbiamo visto l’acqua scorrere. Anche in seguito abbiamo incontrato altre sezioni con molta acqua, compreso il tiro chiave, quindi abbiamo messo da parte l’idea”.

Lo scorso marzo la via ha inoltre sofferto una frana sulla parte superiore, che ne ha cambiato alcuni connotati. Il crollo di una grossa placca ha causato l’inagibilità del primo tiro, costringendo i salitori a scalare un camino molto largo e pieno di rocce instabili. “Siamo comunque riusciti a salirlo piuttosto bene, con un po’ di attenzione in più” ha detto Odell, stimando le difficoltà del camino intorno al 6c.

Un sogno realizzato

Ho sognato di questa montagna, ho passato ore e ore a parlare di questa cima, infinite chiacchiere che alimentano il desiderio e la motivazione per salire fin lassù, ho passato notti in bianco pensando a queste pareti. E non è stato solo il fatto di averla scalata per la prima volta, ma anche la via per la quale siamo saliti una linea elegante e bellissima, fessure perfette che percorrono la Est del Fitz, la più grande e verticale, quella che nelle belle giornate guarda il paese imponendo rispetto e mostrando la sua bellezza.
Questa via era senza dubbio uno dei miei sogni più grandi in questo luogo, e che bello sognare a occhi aperti, ancor di più se insieme ai fratelli che mi ha dato la vita, che hanno fatto sì che questa esperienza, già epica, fosse memorabile. Grazie Fitz per essere la mia motivazione ogni giorno, grazie per lasciarci stare lassù e lasciarci tornare per condividere le nostre
storie”, ha scritto Bauti Gregorini.

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