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Alpi Apuane: due nuove falesie fronteggiano l’espansione delle cave di marmo

Le falesie dell’Altissimo e Monorotaia, due aree climbing attrezzate di recente, sono vere e proprie “proteste di roccia” contro lo sfruttamento delle Apuane

Mentre le Alpi Apuane entrano a più riprese nel dibattito nazionale sulla tutela ambientale, a causa della presenza delle cave di marmo, c’è un’associazione sportiva che ha scelto di dire il suo no all’ampliamento dell’attività estrattiva in un modo piuttosto particolare. È Versante Apuano, che negli ultimi due anni ha chiodato due falesie in aree fortemente impattate dalle cave: quella del monte Altissimo, e quella del monte Sella.

“Abbiamo volutamente attrezzato queste falesie in aree che sono massacrate dalle attività di estrazione del marmo, per sensibilizzare sul fatto che le Apuane possano vivere anche di un’altra economia rispetto a quella del marmo. L’idea è che se riuscissimo a creare abbastanza flusso turistico e ad attirare l’attenzione su questi luoghi, sarebbe più difficile continuare con la distruzione ambientale. Credo che anche gli arrampicatori dovrebbero interessarsi a questi temi, rendersi conto dell’ambiente in cui si muovono e di quanto questo sia a rischio. A volte vedere con i tuoi occhi quello che sta succedendo nei luoghi che frequenti e apprezzi ti fa vedere le cose con occhi diversi. Per i locali, invece, sarebbe bello iniziare a vedere la montagna non solo come occasione di lavoro ma anche come un luogo di bellezza e di svago, come un territorio unico e da tutelare”, spiega Andrea Gelfi, appassionato di arrampicata e membro dell’associazione Versante Apuano.

La chiodatura di queste falesie, interamente finanziata dall’associazione, ha visto anche la partecipazione di nomi importanti dell’arrampicata nazionale come Matteo Della Bordella e Maurizio Tasca, dei Ragni di Lecco. “Volevo far conoscere questo territorio che da bergamasco ho imparato ad amare, a dei professionisti che frequentano le montagne di varie parti del mondo, così da portare popolarità a queste nostre Apuane che non hanno niente da invidiare a terreni impegnativi e severi con cui si confrontano questi due atleti”.

Falesia dell’Altissimo

L’attrezzamento della falesia dell’Altissimo è iniziato due anni fa, e al momento ci sono una quindicina di vie, anche se c’è ancora moltissimo potenziale da sviluppare. Siamo nel cuore delle Apuane centrali, a pochi passi da una sorgente naturale detta La Polla e da diversi sentieri escursionistici. “Il futuro dell’Altissimo è estremamente in bilico, e credo che l’unica alternativa che ci rimane sia portare qui più persone possibile. In questa falesia si trova Lo Smanacchino, una via molto particolare, nonché uno dei tiri di placca più duri del centro Italia (8a+). Quando l’ho chiodata, a un certo punto sono arrivato a pensare di dover togliere gli spit, perché non riuscivo a vedere la ricostruzione del puzzle. Si tratta di una placca appoggiata molto particolare per lo specifico stile di aderenza che richiede, in quarant’anni di scalata non credo di aver mai visto niente di simile. Credo che lo stile delle placche di spalmo sia qualcosa che non va più di moda nell’arrampicata ma che è da preservare, non solo per il suo valore sportivo ma anche per trasmetterne l’importanza storica alle generazioni future.

Un aneddoto su un’altra via della falesia: quando stavo per liberare Il Palazzo dei Sogni, ho cominciato ad avvertire una vera e propria ansia che venissero riaperte delle cave nell’area della falesia, il che avrebbe significato la fine del mio progetto. Sono riuscito a salirla il giorno prima della manifestazione fatta a Seravezza ‘Il Monte Altissimo non si vende’, e per me è stato davvero come entrare nel Palazzo dei Sogni non solo per l’obiettivo raggiunto, ma anche per la bellezza di vedere tante persone riunite in modo pacifico a marciare sotto una pioggia battente per difendere questa nostro monte” racconta ancora Gelfi.

Monorotaia

La falesia della Monorotaia si trova nel canale della Buchetta, sul versante del monte Sella che guarda il mare, in provincia di Massa. Si tratta ancora di una falesia in via di sviluppo, con circa quindici tiri aperti dai gradi 6a+ all’8a+, che portano nomi relativi all’estrattivismo. “Sui nomi abbiamo riflettuto lungamente, perché fossero un segno chiaro ed elevassero la falesia al ruolo di protesta di roccia: Marmotrafficanti, Macelleria apuana, Ladri di pietre. Una delle ultime vie che ho chiodato è una linea di 35 metri che chiamavo la king line della falesia, l’occhio dello scalatore non può che cadere lì, perché corre su per una colata gialla in mezzo alla parete nera. Quando l’ho liberata ci siamo resi conto che il silenzio della Monorotaia è rotto solo dal rumore del compressore, che arriva dalla cava in cima al monte Sella e nelle giornate di vento si sente fino alla falesia. L’abbiamo dunque chiamata Il canto del silenzio”.

Lo stile di arrampicata di entrambe le falesie è piuttosto particolare, forse un po’ retrò, con vie tecniche su dolomia, una roccia a cui è necessario un po’ di tempo per abituarsi. “Presto attrezzeremo anche tiri un po’ più facili in entrambe le falesie, così da renderle più appetibili a climber principianti e di livello medio”. Essenziale il casco, dato che le due aree climbing si trovano in ambienti di montagna, dove sono presenti animali selvatici che potrebbero smuovere pietre sopra la parete.

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