Mostre e convegni

“Una finestra sull’Artico”, le foto di Stefano Unterthiner in mostra al Forte di Bard

Apre il prossimo 31 ottobre la mostra del fotografo e divulgatore valdostano con 60 immagini realizzate nel corso di cinque spedizioni. Tanta bellezza e tanti spunti di riflessione

Non è un silenzio vuoto, quello dell’Artico. È un suono sottile, fatto di vento, di ghiaccio che respira, di mare che sussurra sotto la crosta di gelo. È in quel silenzio che per quasi sette anni Stefano Unterthiner ha cercato il battito più remoto del pianeta, tra i ghiacci e le luci liquide delle Svalbard, le terre abitate più a nord del mondo.
Dal 31 ottobre al 3 maggio 2026, il Forte di Bard dedica a questo lungo viaggio la mostra “Una finestra sull’Artico” allestita negli Alloggiamenti del Museo delle Alpi.

Fotografo, naturalista e collaboratore storico del National Geographic, Unterthiner porta in Valle d’Aosta oltre sessanta immagini, frutto di quattro spedizioni, raccolte tra il 2018 e il 2025. Scatti che compongono un racconto potente: orsi polari, renne, fulmari, sterne, e quell’incredibile equilibrio di luce e gelo che definisce una delle regioni più fragili del pianeta.

Il progetto si lega al precedente lavoro “Una famiglia nell’Artico”, da cui nacque il volume Un mondo diverso (Ylaios, 2022), e ne amplia la prospettiva con nuove immagini e una sezione inedita di ritratti in bianco e nerorealizzati tra gli abitanti di Longyearbyen, la piccola capitale delle Svalbard. Le loro testimonianze raccontano cosa significhi vivere in un luogo dove il cambiamento climatico corre più veloce che altrove: per oltre nove anni consecutivi le temperature hanno superato la media storica, e l’Artico si scalda ormai a una velocità doppia rispetto al resto della Terra.

Accanto alle fotografie, la mostra presenta anche un documentario di Raitre, insieme a un grande pannello dedicato alle climate stripes, la rappresentazione visiva dell’aumento delle temperature globali.

“Una finestra sull’Artico” è un viaggio dentro la bellezza e la vulnerabilità, ma anche un invito alla responsabilità. Perché guardare l’Artico, spiega Unterthiner, «è come guardare un termometro del nostro futuro».

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